Il distanziometro non basta come misura per contrastare il gioco d’azzardo ma Europa Verde, rappresentanza che si candida al Consiglio Regionale del Lazio con la lista di centrosinistra “D’Amato Presidente”, non si esprime sul ripristino del divieto di installare apparecchi da gioco a una distanza minima di 500 metri dai luoghi sensibili.

A proposito del ripristino della distanza minima di 500 metri dai luoghi sensibili per slot machine e videolottery, sia per le nuove aperture che per gli esercizi già esistenti, come precedentemente previsto dalla Legge regionale del Lazio del 2013, il Gruppo ha così risposto: “Lo scorso anno il centro-destra ha inserito in un emendamento al Collegato, la proroga dei termini per l’attuazione del cosiddetto “distanziometro” per le slot machine. Questo allungava i tempi entro cui doveva essere assicurato il rispetto delle distanze minime tra slot machine e siti sensibili, come ad esempio le scuole. L’emendamento, che ha visto il voto sfavorevole del Consigliere regionale Cacciatore (EV), è stato approvato.

In seguito è stata riformata la disciplina delle distanze, modulandola diversamente, anche a fronte di una ampia vertenza da parte dei lavoratori del settore. Crediamo ad ogni buon conto che siano necessari altri interventi, non limitati alla semplice vincolistica in merito ai siti sensibili, che non riuscirebbe a costituire un ostacolo insormontabile per chi del gioco fa, più che una passione, una malattia. Per gli effetti patologici del gioco vanno attivati strumenti sanitari, ma servono anche nuove azioni da parte degli organi centrali, che incentivino la conversione delle attività e quindi consentano l’assorbimento alternativo della forza lavoro. Occorre premiare le attività di somministrazione e i bar che non fanno riferimento al gioco per sostenere il proprio reddito, così come è necessario rendere meno remunerativo anche per l’Erario il gioco d’azzardo e contrastare il suo dilagare sulle piattaforme multimediali: è a queste che si rivolge ormai la stragrande maggioranza dei ludopatici, in una realtà che non verrebbe minimamente intaccata dalle restrizioni sulle sale slot. Una scelta sbagliata che mette in pericolo tante persone, soprattutto quelle più deboli e che amplifica il degrado di troppe periferie. Il gioco d’azzardo deve essere combattuto con tutti gli strumenti istituzionali utili a fare pedagogia e a costruire comunità a misura di essere umano”.

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