“Quando si parla di gioco l’ipocrisia porta spesso a un’attività legislativa inutile, come dimostra la discussione incentrata solo sulle distanze. Il tema principale, in realtà, è un altro e riguarda prevenzione e cura. Un soggetto ludopatico di certo non si farà scrupolo nel percorrere 500 metri per andare a giocare. Forse dobbiamo aprire gli occhi e guardare quello che succede intorno a noi. Finchè il gioco in Italia sarà consentito non possiamo espellerlo dal territorio. L’obiettivo deve essere quello di contrastare la patologia e l’illegalità, non dimentichiamoci infatti che dove si proibisce prolifera l’illegale. Serve un lavoro comune che coinvolga anche i rappresentanti degli esercenti e degli operatori del gioco legale. E’ necessario un patto sociale e di collaborazione per espellere il gioco illegale e fare fronte comune per individuare la patologia, che non è solo un problema della società, ma degli esercenti stessi. Vanno aperti i luoghi di gioco alle istituzioni, alle Asl, questo permetterebbe di operare in sinergia. Per quanto possiamo dotare di una formazione i dipendenti delle sale, non possiamo certo pretendere che questi si trasformino da dipendenti di un esercizio pubblico a operatori del sociale. In Campania abbiamo ancora molto da fare e potremo parlare di legge efficace solo dopo averne testato la concreta applicazione. Mi auguro che nel prossimo incontro potrò annunciare l’avvio dell’Osservatorio regionale”.

E’ quanto dichiarato da Antonella Ciaramella (nella foto), già consigliere della Regione Campania e relatrice della Legge Regionale 2 marzo 2020, n. 2. “Disposizioni per la prevenzione e la cura del disturbo da gioco d’azzardo e per la tutela sanitaria, sociale ed economica delle persone affette e dei loro familiari”, intervenendo all’evento itinerante organizzato da Codere Italia dal titolo “In nome della Legalità. Senza regole non c’è gioco sicuro”, tenutosi presso la Sala Iorio della Biblioteca Comunale di Maddaloni (CE).

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