Si è svolto ieri mattina giovedì 9 dicembre il penultimo incontro del progetto formativo “Mafie e Coronavirus, strumenti di prevenzione e contrasto”, promosso dalla Regione del Veneto insieme all’Associazione Avviso Pubblico.
Il seminario, dal titolo “Gioco d’azzardo e mafie: norme vigenti e buone prassi di prevenzione e controllo da parte della Polizia locale”, è il penultimo di sette incontri dedicati esclusivamente al personale della Polizia Locale delle province venete. Il seminario si è aperto con i saluti introduttivi del Comandante della Polizia Locale di Padova, Lorenzo Fontolan che ha ricostruito il modus operandi della Polizia Locale in tema di gioco d’azzardo lecito e illecito (con l’attività repressiva, in collaborazione con il personale della Polizia Giudiziaria).
Rispetto alle buone prassi, in particolare, è stato evidenziato l’aggiornamento del Regolamento “Sale da gioco” (a cura del SUAP) con l’adempimento delle prescrizioni di legge (es. distanziometro) e l’introduzione di forti agevolazioni per gli esercizi che rinunciano all’installazione dei dispositivi. La tendenza negli anni va verso l’ottemperamento, da parte degli esercenti, delle normative che restringono il gioco (es. in tema di orari): l’Ente locale ha preso molto sul serio la lotta al fenomeno della dipendenza da gioco d’azzardo, pur sempre nei limiti di ciò che è possibile fare sul tema, tenuto conto anche degli utili che il settore garantisce all’erario (10-11 miliardi l’anno) e che rendono più difficili altre azioni di contrasto. Sul piano del gioco illegale, il Comandante Fontolan ha segnalato, inoltre, alcune operazioni relative a bische clandestine condotte (in appartamenti) e frequentate da persone soprattutto di etnia cinese, una comunità che appare più vulnerabile di altre.
A seguire il Vice Questore Cosimo Mancini della Direzione Investigativa Antimafia ha concentrato il suo intervento sul rapporto tra criminalità mafiosa e gioco d’azzardo (lecito e illecito). “Posto che la criminalità organizzata al nord agisce soprattutto sfruttando la forza che deriva dalle risorse economiche, queste vedono nel settore del gioco grandi opportunità imprenditoriali per reinvestire risorse illecite e per praticare attività usurarie – ha dichiarato il Vice questore Mancini –. Gli interessi mafiosi in questo settore sono a 360 gradi: comprendono, infatti, il settore legale, con la gestione diretta o tramite prestanome delle sale da gioco, dei centri scommesse, delle attività di noleggio degli apparecchi, tutti ambiti in cui il riciclo di denaro avviene con facilità e con grande redditività. Sono poi presenti nei circuiti di gioco paralleli, dietro la facciata di legalità, con la creazione di mercati illeciti, oltre alla gestione diretta, da parte delle mafie, dei canali di gioco illegale. Le mafie sono radicate, ovviamente, anche nella connessa attività di usura che notoriamente accompagna il gioco d’azzardo e i giocatori in grave difficoltà”.
Il Vice Questore Mancini ha ricordato, inoltre, la pericolosità del gioco online, in cui emerge il ruolo delle criptovalute scarsamente tracciabili, e ha concluso sottolineando l’importanza di mettere a sistema le informazioni raccolte dalla Polizia Locale, particolarmente preziose nell’ambito del contrasto alle presenze mafiose nel settore del gioco (ad esempio, segnalando le nuove aperture di punti gioco con controlli rispetto ai soggetti interessati).
Il Vice Sindaco di Casalecchio di Reno (BO), Massimo Masetti ha poi presentato un’ampia panoramica del fenomeno del gioco, con un focus sulle misure di prevenzione e contrasto alla ludopatia adottate in Emilia-Romagna e in Veneto. Sul piano quantitativo, l’Italia è il quarto paese al mondo per somme giocate e il primo per perdite in relazione a reddito pro capite; la raccolta annua nel 2019 ammontava a 110,5 miliardi di euro, con 10,8 miliardi di gettito erariale. Nel 2020 c’è stata, anche per effetto del lockdown, una contrazione della raccolta (-20%) e per la prima volta la raccolta telematica ha superato quella su rete fisica. Desta preoccupazione l’abbassamento dell’età media dei giocatori e la diffusione di nuove forme di azzardo (tra cui il trading online). Ha concluso Massimo Masetti ricordando l’importanza di procedere con una legge di riordino nazionale del settore, sottolineando che in questo percorso è assolutamente necessario che gli Enti locali siano protagonisti.
Il Comandante della Polizia Locale del Comune di Pavia, Stefano Volpato ha avviato il suo intervento ricordando come, nel 2013, il New York Times avesse definito Pavia come capitale mondiale del gioco d’azzardo. A partire da questa emergenza sono state messe in campo diverse attività che hanno condotto, negli anni, a risultati particolarmente significativi. “Il progetto, in particolare, è stato articolato per tappe, a partire dalla necessità di conoscere il fenomeno – ha dichiarato Volpato –. Si è proceduto, quindi, ad informare gli esercenti rispetto alla normativa (adottando anche opuscoli in lingua cinese per coprire anche quel segmento); sono stati esaminati un numero elevato di locali (87 esercizi, di cui 72 bar) e si è quindi proceduto a comminare le sanzioni previste in corrispondenza delle violazioni accertate; sul tema delle sanzioni, peraltro, una volta compreso che l’esiguità di queste costituiva un ostacolo alla loro efficacia deterrente, si è proceduto a un loro innalzamento nel Regolamento Giochi approvato dal Comune nel 2018 (e avallato anche dal TAR in più occasioni, che ne ha riconosciuto l’utilità in tema di contrasto alla ludopatia). Questa programmazione per obiettivi ha condotto a traguardi particolarmente significativi: dal 2013 al 2021 il numero totale di apparecchi AWP e VLT è calato, nel Comune di Pavia, del 53%, mentre il rapporto AWP/WLT per abitante è passato da 1 apparecchio ogni 104 persone a 1 ogni 237 nello stesso arco temporale”.