“La delega al Governo per la riforma fiscale, presentata lo scorso 23 marzo alla Camera dei deputati, rappresenta un’importante occasione legislativa per affrontare temi complessi come quelli, ad esempio, connessi all’esercizio di fondamentali competenze riservate dalla legge all’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Mi riferisco, in particolare, alle materie trattate dagli articoli 11, 12, e 13 della delega che rispondono soprattutto all’esigenza di aggiornare ed adeguare al diritto dell’Unione Europea le procedure e gli istituti vigenti nei settori delle dogane e delle accise e all’esigenza di riordinare, complessivamente, il settore dei giochi pubblici“.

Lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Roberto Alesse (nella foto), in audizione sulla Delega fiscale in Commissione Finanze della Camera.

A differenza delle norme relative ai tributi tradizionali, la delega prevista per il settore dei giochi non ha per oggetto soltanto gli aspetti di natura fiscale, ma anche quelli relativi all’attività amministrativa, regolatoria, socio-sanitaria e di contrasto della criminalità. Di fondamentale importanza è la conferma del modello organizzativo adottato e cioè di un sistema che prevede la coesistenza di un regime concessorio e di un regime autorizzatorio, indispensabile al fine di garantire la fede pubblica, l’ordine e la sicurezza. Tale modello costituisce un forte presidio contro le attività delle organizzazioni criminali, con particolare riferimento al riciclaggio, ed è funzionale a garantire la corretta e continua riscossione del prelievo tributario e delle entrate erariali derivanti dai giochi pubblici. La funzionalità del sistema regolatorio prescelto è testimoniata dal fatto che il modello italiano è oggetto di studi e approfondimenti ed è preso a riferimento come “benchmark” a livello internazionale. Del resto, la riserva statale dei giochi è basata sui seguenti ed importanti principi: in primis sulla buona fede e sulla tutela dell’ordine pubblico, sulla protezione dei soggetti più deboli, ed in particolare i minori, sul controllo della diffusione dei prodotti di gioco e sulla corretta gestione della fiscalità; qualsiasi tentativo di deregolamentazione determinerebbe inevitabilmente un grave vulnus alla possibilità di conseguimento di tali finalità. Le finalità sottese a tali principi – ha aggiunto Alesse – non possono che essere raggiunte attraverso una compiuta regolamentazione pubblica che detti regole precise sia sull’affidamento delle attività di gioco ai soggetti privati con modalità che consentano un costante controllo sulle attività affidate in concessione, che sulla selezione degli stessi operatori mediante procedure ad evidenza pubblica nel pieno rispetto della normativa comunitaria. I criteri e principi direttivi della delega sono finalizzati a garantire una piena tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili mediante l’introduzione di specifiche misure tecniche e normative, nonché a prevenire il fenomeno dei disturbi da gioco d’azzardo (DGA) e quello del gioco minorile. Sono previsti, in particolare, la diminuzione dei limiti di giocata e di vincita, l’obbligo di formazione per i gestori ed esercenti dei punti di raccolta, il rafforzamento dei meccanismi di autoesclusione dal gioco, le caratteristiche minime che devono possedere le sale e gli altri luoghi in cui si offre gioco, la certificazione di ogni singolo apparecchio, con passaggio graduale ad apparecchi che consentano il gioco solo da ambiente remoto ed il divieto di raccogliere gioco su competizioni sportive dilettantistiche riservate esclusivamente a minori di anni diciotto.

Il primo obiettivo della delega – ha evidenziato il direttore generale dell’ADM – è quindi quello di assicurare la riduzione dei rischi connessi al disturbo da gioco d’azzardo patologico attraverso alcune specifiche misure, alcune delle quali possono essere sicuramente perseguite senza il rischio di alcun significativo riflesso sulle ingenti entrate erariali; peraltro l’Agenzia si è già attivata in tal senso sin dal 2019 sospendendo l’accettazione delle scommesse sulle competizioni riservate esclusivamente ai minori di età. Di fondamentale importanza è, altresì, la previsione dell’obbligo formativo da parte di tutti i soggetti che esercitano attività di gioco, obbligo, peraltro, già perseguito dall’Agenzia mediante specifiche previsioni convenzionali ma che è assolutamente auspicabile venga rafforzato”.

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