“Uno dei punti cruciali del disegno di legge riguarda l’introduzione di una disciplina di concertazione tra Stato, Regioni ed enti locali in ordine alla pianificazione della dislocazione territoriale dei luoghi fisici di offerta di gioco, con il conseguente riordino delle reti di raccolta. In particolare, dovranno essere garantite forme di partecipazione dei Comuni alla pianificazione e all’autorizzazione dell’offerta fisica di gioco che tenga conto di parametri di distanza da luoghi definiti “sensibili” (quali, ad esempio le scuole ed i centri di aggregazione giovanili), “determinati con validità per l’intero territorio nazionale”.
Lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Roberto Alesse (nella foto), in audizione sulla Delega fiscale in Commissione Finanze della Camera.
“Questo intervento qualora correttamente perseguito consentirà di sciogliere un nodo tecnico che esiste da anni sulla certezza dei luoghi fisici dove poter collocare forme di gioco legali. Appare quindi auspicabile e imprescindibile riattivare la Conferenza unificata per la predisposizione di un nuovo piano di distribuzione dei punti di gioco che preveda un sistema unico di dislocazione dei punti di gioco, e l’individuazione di criteri di distanza uniformi.
A tal proposito è da sottolineare come l’effetto espulsivo conseguente all’introduzione dei limiti di distanza ha, di fatto, in molti casi, comportato la sostituzione dell’offerta di gioco legale e controllato, con forme di raccolta illecita ovvero che utilizzano in maniera illecita il canale online o nuove modalità di offerta di “intrattenimento” non ancora regolamentate e potenzialmente foriere di rischi. L’offerta di gioco quindi si nasconde, si dematerializza, con evidenti estreme difficoltà di controllo da parte dello Stato e del controllo collaborativo sul territorio fornito dai punti di raccolta legale, ormai rimossi.
La delega – ha aggiunto Alesse – prevede inoltre un’intensificazione del contrasto del gioco illegale e delle infiltrazioni delle organizzazioni criminali nell’offerta di gioco mediante il rafforzamento della disciplina sulla trasparenza e sui requisiti soggettivi e di onorabilità di tutti gli operatori di gioco. Tale finalità di indubbia importanza è stata più volte sottolineata anche dalla “Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere” della passata legislatura che nella analisi relativa al gioco ha affermato tale necessità: “Andrebbero, inoltre, disciplinati con maggiore puntualità e rigore i requisiti necessari per ricoprire qualsivoglia carica sociale nelle imprese che compongono la « filiera »”. L’obiettivo è sicuramente perseguibile.
Con riferimento alla prevista “disciplina generale di gestione dei casi di crisi irreversibile del rapporto concessorio in materia di giochi pubblici”, si auspica l’individuazione di misure più efficaci di quelle attuali, quale, ad esempio, la nomina di amministratori che gestiscano la società in nome e per conto dello Stato con il compito di preservare l’occupazione e la continuità della gestione in funzione della successiva collocazione sul mercato. Sotto il profilo ordinamentale, il disegno di legge sottolinea il principio della riserva di legge ed il riparto tra fonte regolamentare e amministrativa generale per la disciplina dei singoli giochi, delle condizioni generali di gioco e delle relative regole tecniche.
La complessità del settore del gioco pubblico dipende dal fatto che, sotto il profilo fiscale, sussistono prelievi che hanno natura tributaria ed altri di natura extratributaria e, tra queste, vi sono prelievi costituiti da un “utile” erariale.
Per quanto riguarda il controllo della filiera, si sottolinea la possibilità che il contenuto minimo dei contratti fra concessionari ed i loro punti di offerta del gioco venga definito con un maggior grado di dettaglio, avendo cura non limitare in maniera irragionevole la libera contrattazione fra le parti.
Il disegno di legge – ha evidenziato il direttore generale dell’ADM – reca inoltre la previsione dell’adeguamento delle disposizioni in materia di prelievo erariale sui singoli giochi, armonizzando inoltre le percentuali di aggio o compenso riconosciute ai concessionari, ai gestori e agli esercenti, nonché le percentuali destinate a vincita (payout). Al riguardo, non si ritiene possibile la piena armonizzazione del payout tra i vari giochi (es: giochi da casino con payout superiore al 92% e alcune scommesse ippiche con payout del 60%) quanto, piuttosto, una possibile revisione della imposizione fiscale. In particolare, vi è l’opportunità di armonizzare i ricavi dei concessionari che, all’attualità, sono, per taluni giochi, autodeterminati dai medesimi concessionari, mentre per altri giochi sono valutati nell’ambito della gara per l’affidamento della concessione. Tale armonizzazione degli aggi potrà costituire una linea programmatica per l’Agenzia nella stesura dei prossimi bandi di gara per l’affidamento delle relative concessioni.
Si sottolinea, poi, l’opportunità di procedere con la revisione della disciplina dei controlli e dell’accertamento dei tributi gravanti sui giochi e del riordino del sistema sanzionatorio, penale e amministrativo finalizzato all’incremento dell’efficacia dissuasiva e l’effettività, attraverso la previsione di sanzioni aggravate per le violazioni concernenti il gioco a distanza. Le norme in materia andrebbero aggiornate e rese di più immediata applicazione con interventi che incidano anche sulle sanzioni amministrative e penali, ampliando, ad esempio, le fattispecie in cui è possibile stabilire la sospensione delle attività”.