Abolizione della tassa sugli intrattenimento. È questo uno dei provvedimenti a cui starebbe pensando il governo.

Via il superbollo, le tasse sulla laurea e quelle sugli intrattenimenti. Il governo Meloni pensa di tagliare le micro-imposte. Come la tassa sulle auto di grande cilindrata. Che pagano i possessori di auto di potenza superiore a 185 Kw. Il cui costo è di 20 euro per ogni Kw oltre il limite. La lista delle micro-imposte da cancellare, spiega oggi Il Messaggero, è ancora in via di predisposizione dalle parti del ministero dell’Economia. E andrà a colpire anche le tasse sull’intrattenimento. Come quella sul biliardino. Che ha fatto arrabbiare tutti nel giugno scorso prima che si scoprisse che bastava un’autocertificazione per schivare i 4 mila euro di multa.

A dire il vero di questa misura si era comiciato a pensare già nel luglio 2022.

Tra la moltitudine di emendamenti all’esame delle Commissioni riunite Finanze e Bilancio (circa 900) ce n’è appunto uno che mira alla cancellazione di piccole tasse e imposte, che verranno sono state definite e dettagliate in questi mesi, dopo che la misura è stata inserita nella legge delega sulla riforma fiscale, approvata dal governo Draghi lo scorso 5 ottobre. Nelle prossime ore i Gruppi procederanno ad una selezione degli emandamenti per arrivare a votarne non più di 250. Tra questi la proposta in questione sostenuta dalle forze di Governo.

L’Erario incassa dalle imposte sugli apparecchi da intrattenimento che non erogano vincite in denaro poco più di 64 milioni di euro per un numero di macchine che supera le 96mila unità, 34 milioni, si stima, solo dagli apparecchi meccanici, ovvero calciobalilla e biliardi. Questo vuole dire un carico di adempimenti burocratici sicuramente sproporzionato se si considera il beneficio.

L’ipotesi era emersa nel corso dei lavori di approvazione del decreto legge di semplificazione fiscale.

L’imposta sugli intrattenimenti è stata istituita dal D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 640, la cui base imponibile è data dalla somma dei seguenti elementi:

importo dei singoli titoli di accesso venduti al pubblico per l’ingresso o l’occupazione del posto;

aumenti apportati ai prezzi delle consumazioni o servizi offerti al pubblico ( es. guardaroba);

corrispettivi delle cessioni e della prestazioni di servizi accessori, obbligatoriamente imposte;

ammontare degli abbonamenti, dei proventi derivanti da sponsorizzazioni e cessione dei diritti radiotelevisivi, dei contributi da chiunque erogati.

Alla base imponibile così determinata occorre poi applicare l’aliquota di riferimento prevista per la tipologia di intrattenimento considerata dalla tariffa allegata al D.P.R. n. 640 del 1972.

Il numero degli apparecchi a cui viene applicata, come è noto agli addetti ai lavori, è progressivamente diminuito nel corso degli anni.

Le ultimisse disposizioni, introdotte con una modifica alla legge di attuazione del PNRR, prevedono l’inclusione tra gli apparecchi tenuti a versare l’imposta degli intrattenimenti sui giochi a tutti gli apparecchi senza vincita in denaro, compresi flipperini meccanici.

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