“Quello degli apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro è un tema delicato. Su queste attività c’è un problema di ordine pubblico e qundi ci sono delle competenze che vengono espletate dal Ministero degli Interni. Anche queste macchinette che sono apparentemente prive di criticità possono essere utilizzate in maniera che può diventare critica”.
Lo ha detto il direttore generale di Adm, Marcello Minenna (nella foto), rispondendo alle domande che gli erano state poste dai vari senatori durante la sua precedente audizione (link 1 – link 2) presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico.
“Stiamo parlando di oggetti che possono essere messi nelle sale giochi, nei bar e anche in luoghi aperti al pubblico non disciplinati dall’articolo 86, che è quello che coinvolge determinate licenze e autorizzazioni. Nel 2012 il legislatore interviene su questa disciplina e prevede che vengano predisposte delle regole tecniche. Queste sono importanti perchè confinano queste macchinette ad avere certi requisiti ed essere sottoposte a certe verifiche. L’anno scorso con un decreto legge è stata declassata questa decretazione ministeriale in una determinazione direttoriale dell’Agenzia. Noi abbiamo preso dei provvedimenti per disciplinare queste regole, che riguardano anche il biliardino, un po’ come avviene per la disciplina che riguarda gli altri giochi, ovviamente con una gradazione differente. Così abbiamo una maggiore certezza che non possano verificarsi delle criticità. Ci dobbiamo anche occupare di cosa è successo dal 2000 al 2021, abbiamo dato delle regole per gli apparecchi installati prima del 2003, per quelli installati nel periodo intermedio e per quelli nuovi, predisposti dopo la legge del 2020. Forse siamo stati un pochino troppo efficienti nella definizione delle tempistiche, perchè abbiamo dato un tempo non ragionevole a detta degli operatori, ossia a partite dal primo gennaio 2022 o con una certificazione o con una richiesta di certificazione abbiamo dato l’avvio a questo modus di regolamentazione. Il fine è solo uno, ossia che queste macchinette senza vincita in denaro non possano esporre il fianco ad attività illecite, perchè purtroppo mi spiace dirlo ma era così. Oggi c’è molta irregolarità dimostrata dai numerosi sequestri. In ogni caso facciamo sistematicamente degli open hearing con gli operatori e prima di mettere in esercizio queste determinazioni direttoriali ci siamo confrontati con l’industria e stiamo raccogliendo in un apposito tavolo tecnico le osservazioni per poter garantire o ridefinire un transitorio un po’ più lungo. Io sarei dell’avviso che al più dovranno essere 3/6 mesi, in fondo si tratta di fare delle certificazioni con un costo risibile e in alcuni casi bastano delle autocertificazioni per chi ha già il nulla osta. In ogni caso è opportuna una concertazione insieme al Ministero dell’Interno. Un report sui sequestri di queste macchinette non c’è, però è importante dire che su questi apparecchi c’è un’imposta forfetaria, questo è il motivo erariale per cui è fondamentale avere una tracciatura”.
Inoltre Minenna è intervenuto sul tema della lotta al gioco minorile ed eccessivo e ha spiegato: “Non credo che la soluzione attuale della tessera sanitaria sia efficace, su questo tema molto può fare il legislatore sull’identificazione del giocatore, tramite documenti d’identità e tramite una maggiore commistione delle banche dati. La privacy? Se si vuole rendere il gioco pubblico controllato e regolato è chiaro che chi monitora il gioco deve conoscere i giocatori. Queste cose possono essere graduate. Bisogna valutare come tarare l’equilibrio della privacy del giocatore con le questioni di salute pubblica dell’individuo”.
In merito alla stratificazione delle norme regionali e comunali ha aggiunto: “Oggi gli organi dello Stato che devono regolamentare e disciplinare il gioco pubblico sono di fatto in una posizione angolare, difficile, perchè si trovano a dover gestire con strumenti di proroga e ad hoc quando invece servirebbe una soluzione più ampia e di sistema. Oggi l’80% dei punti di gioco su cui l’Agenzia vigila sono critici rispetto a queste legislazioni concorrenti. Quindi fare le gare per le nuove concessioni è impossibile. Si è espresso in merito anche il Consiglio di Stato. Voglio precisare che inserire un’ipotesi di partecipazione delle Regioni e dei Comuni al gettito erariale non deve essere assolutamente una struttura tributaria tale per cui si può creare un incentivo ad aumentare i punti di gioco o le autorizzazioni per battere cassa. La concertazione è opportuna perchè i temi di ordine e salute pubblica sono gestiti da Comuni e Regioni e non solo dallo Stato centrale. E’ solo una questione tecnica quella che proponevo”.
Sull’offerta illecita vestita da legale “direi che ci sono tre punti da considerare: i controlli effettuati durante il periodo di chiusura che hanno dato esito positivo, i soggetti che seppur titolari di titolo autorizzatorio non hanno rispettato le disposizioni sulla chiusura del gioco e i soggetti che anche senza titolo autorizzatorio all’occhio non esperto possono apparire appartenenti al gioco legale. Nel primo periodo di lockdown ci sono stati oltre 2.300 controlli di cui 1.300 nel settore delle vlt e 450 in quello delle scommesse. Nel secondo periodo i controlli sono stati 6.000, di cui 1.500 nelle vlt e 450 nelle sale scommesse. Poi ci sono i controlli fatti da remoto, in questi due periodi i controlli con esito positivo di violazione sono stati oltre 370, 170 nel 2020 e 200 nel 2021, con una prevalenza di esito positivo della violazione nel settore degli apparecchi. Coloro che disponevano dei titoli autorizzatori e non hanno rispettato il periodo di chiusura sono invece poco rilevanti, si tratta di soggetti che non si sono adeguati immediatamente alle normative. Il maggio numero di irregolarità ha riguardato locali che senza licenza hanno pensato di vestirsi da legali e di offrire il servizio fisico. Qui abbiamo trovato sia fattispecie legate alla mancata chiusura che ad altre quali il riciclaggio”.
Sul distanziometro il direttore generale di Adm ha chiarito: “Non nasce per calmierare l’offerta eccessivamente presente sul territorio, ma per tutelare dei punti sensibili. L’offerta del gioco non può essere deregolamentata o non definita a priori. Tutto questo ha creato una certa eterogeneità nelle definizioni. E’ opportuno riportare in sede centrale l’individuazione dei luoghi sensibili e delle distanze dei punti di gioco in maniera tale che poi ci sia una disciplina uniforme, omogenea e che non si confonda con l’offerta del gioco. Qui torniamo al discorso della riforma”.
E ancora: “L’Agenzia durante la pandemia ha ricevuto alcune delegazioni di lavoratori, non si può dimenticare quello che hanno passato. Bisogna tenere conto anche della dignità che è doveroso dare a chi lavora e opera in questo settore in maniera legittima e regolare. Anche sul rapporto con il sistema bancario bisogna intervenire, seve un tavolo tecnico, l’Agenzia si è fatta già promotrice però è evidente che sono iniziative che in una sede più strutturata potrebbero veramente trovare soluzione”.
Minenna ha quindi spiegato: “Dal punto di vista della regolamentazione e vigilanza credo che l’Italia sia il punto di riferimento in Europa. Sul gioco online le difficoltà ci sono e non escludo che potrebbe amplificarsi il problema con le criptovalute, creando una miscela esplosiva. L’attuale normativa per fare la gara del gioco a distanza a mio avviso va rivista. Con maggiori barriere all’entrata della gara oggi si rischia solo di portare l’offerta del gioco online in Paesi non troppo lontani. Bisogna aumentare la competizione nel settore e attivare gli strumenti di controllo dei residenti all’estero e di blocco dei conti dove più volte ho chiesto un declassamento da decreto ministeriale a determinazione direttoriale, come fatto per i Comma 7. Lo scontrino in formato digitale per le vincite in denaro? Premesso che in realtà non per tutti i giochi c’è il rilascio di una ricevuta. Comunque ben venga perchè ci si muoverebbe nella logica del tracciamento dei flussi finanziari e dell’antiriciclaggio. L’Agenzia ha interpellato gli operatori di settore che hanno concordato nel proporre all’Agenzia di iniziare a pensare come casinò, ippodromi e altri soggetti possano essere riabilitati in una logica di offerta di gioco più complessiva, in quanto strutture con una loro professione e tradizione. Sui casinò rammento che la competenza è del Ministero dell’Interno e degli Enti locali. Il payout previsto ora per le vlt è fissato al minimo dell’83%, è stato abbassato per far fronte all’aumento della tassazione”.
Infine sul tema dell’interoperabilità “c’è sicuramente un’attiva collaborazione con tutte le forze di polizia. Secondo me il tema chiave è la possibilità di consultazione immediata del dato, in tempo reale”.