Lo Studio LTTU Associati insieme all’avv. Alessandro Benedetti ha ottenuto la condanna di Facebook in un procedimento per diffamazione. Si tratta di una pronuncia storica.

Per la prima volta in Italia un social network è stato condannato in sede civile per il contenuto, reputato “diffamatorio”, pubblicato da un utente e non prontamente rimosso.

Facebook (oggi Meta), che ha sede legale in Irlanda, dovrà così risarcire Snai- Snaitech e due suoi dirigenti con 10 mila euro. Si tratta di una cifra simbolica, considerato che erano stati chiesti 200 mila euro, ma che costituisce sicuramente un precedente importante.

La sentenza è stata pronunciata dal Tribunale civile di Milano solo poche settimane fa. Per il giudice il gestore delle due pagine, nonché autore del contenuto “ha attribuito agli attori la commissione di delitti sulla base di mere convinzioni personali”.

I dirigenti e la società, difesi dall’avvocato Alessandro Benedetti dello studio legale LTTU Associati, avevano chiesto già nell’aprile 2019 la rimozione dei contenuti, ma la società aveva risposto che non era chiaro come il contenuto segnalato potesse essere diffamatorio, violando i diritti personali o essere illecito”. Nei post l’utente scriveva che la società e i due dirigenti avevano inteso “farci delinquere con loro facendoci complici” e venivano giudicati “senza scrupoli”. La rimozione c’era posi stata, ben tre mesi dopo, ma per il giudice è stata tardiva. Il giudice ha stabilito che l’hosting provider non è soggetto ad un obbligo diffuso di sorveglianza (…), ma esiste una responsabilità civile di natura omissiva” nel caso in cui “ lo stesso ometta di rimuovere i contenuti di cui conosce la illeceità”.

L’entità del risarcimento (10.000 euro contro i 200.000 richiesti) sarebbe giustificata dal fatto che le pagine avevano ottenuto pochissimo riscontro mediatico.

Articolo precedenteCasinò di Saint-Vincent, incassi in crescita a febbraio
Articolo successivoSlot accese fuori orario, sanzionata sala giochi a Roma