(Jamma) – Il sistema di offerta pubblica del gioco è strutturato con il modello concessorio e su un mercato di oligopolio che trova le ragioni della sua esistenza nella necessità, da parte di uno Stato civile e moderno, di controllare e regolamentare il gioco d’azzardo così da impedire conseguenze negative per la salute dei cittadini, per l’ordine pubblico e per la fiscalità.
Ma un oligopolio, anche se allargato, presenta quelli che possiamo definire rischi fisiologici. I “padroni del gioco” mal digeriscono orientamenti diversi da quelli di sistema.
E allora le difficoltà a rapportarsi con chi si preoccupa dell’eccessiva attività di gioco certificata dallo Stato italiano.
Intanto c’è chi propone di aumentare le imposte sul gioco per sostenere i bilanci delle amministrazioni comunali. Gli ultimi, in ordine di tempo, a lanciare la proposta sono stati i sindaci aderenti all’Associazione Nazionale Comuni Italiani. L’industria del gioco rilancia e propone l’introduzione di una tassa di scopo. Magari sul modello Sicilia.
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