Ippica. Benedetti interroga la Regione Toscana sugli interventi previsti al comparto

(Jamma) Gli Imprenditori Ippici Italiani ed il Comitato Ippico Toscano, in stretta collaborazione con l’On. Angelilli (Vice Presidente del Parlamento Europeo), con l’On. Monica Faenzi e con il Dott. Roberto Benedetti (Vice Presidente del Consiglio Regionale Toscano) stanno lavorando per inserire il Settore Ippico e le Aziende dell’allevamento nel quadro dei finanziamenti europei del settennato 2014/2020.

“Siamo molto preoccupati – ha dichiarato Enrico Tuci – per la mancanza di risorse economiche che il sistema attuale, gestito da una struttura inadeguata ed incapace che ci sta lasciando morire, non riesce a produrre e ci stiamo attivando per consentire alle Aziende italiane di effettuare investimenti per rilanciare il settore in prospettiva della Riforma che presto lo privatizzerà.

Stiamo chiedendo l’opportunità, come avviene negli altri settori agricoli e produttivi, di attingere ai contributi e ai finanziamenti europei per le Aziende ippiche e consentire loro di crescere in una prospettiva europea e in un contesto economico di sviluppo, sganciandosi dall’immobilismo attuale.

Ringraziamo in particolare il Dott. Roberto Benedetti che in Regione Toscana sta caparbiamente portando avanti questa richiesta che contemporaneamente potrà essere replicata nelle altre regioni”.

Infatti, proprio il Vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Benedetti che come esponente del Pdl in questi giorni ha presentata alla Regione Toscana una interrogazione nella quale chiede di sapere: «Quali programmi o finanziamenti per il settore degli allevatori di cavalli da corsa al trotto si prevede di inserire nella nuova programmazione 2014-2020? Vi sono allo studio progetti di finanziamento per la promozione e la valorizzazione degli ippodromi in Toscana? Quali sono gli interventi previsti per il comparto zootecnico regionale toscano al fine di favorire gli allevatori nello studio degli incroci e delle genealogie migliori?»

Il comparto ippico, in crisi profonda ormai da tempo, in Toscana è il più esteso di tutta Italia, tanto da occupare – ricorda Benedetti nel suo documento – «circa 2000 addetti diretti e numerosissimi operatori dell’indotto» e da contare «diversi centri della Federazione Italiana Sport Equestri» nonché «7 ippodromi» addirittura tra Pisa, Firenze, Livorno, Follonica, Capalbio, Grosseto, Montecatini. Tanta roba, insomma. In questo contesto, scrive ancora Benedetti, «vi sono circa 100 aziende che, su terreni di proprietà o in affitto, svolgono attività di allevamento di cavalli di corsa al trotto» che consiste «nel mantenimento delle fattrici, nel processo di accoppiamento e ingravidamento delle stesse, nello svezzamento e mantenimento dei puledri fino a 14-18 mesi».

«Dopo tale periodo – illustra ancora Benedetti nell’interrogazione – i cavalli vengono venduti a proprietari che li affidano a centri di allenamento». In sostanza, si spiega, «l’introito principale per un allevatore deriva dalla vendita di puledri e, secondariamente, dalla spettanza del 20% dei premi che il cavallo percepisce nelle gare». Il tutto a fronte di «costi operativi molto altri che stanno mettendo seriamente in crisi tutto il comparto, con gravi ripercussioni anche su tutto l’indotto», con riduzione del numero di fattrici e di conseguenza nel numero di puledri nati. In molti, poi, «hanno cessato l’attività a causa dell’elevato rischio d’impresa». Il rischio, insomma, è di vedere definitivamente compromesso un segmento economico che in Toscana conta. E Benedetti chiede alla Regione di scongiurarlo.