Aspettando le nuove gare. Di Stefano Sbordoni

(Jamma) Negli ultimi anni la rete di raccolta del gioco è mutata progressivamente attraverso una serie di gare pubbliche che ne hanno segnato i periodi. Dal 2006 ad oggi nell’ordine:

1) 2006: bando bersani, che ha rivoluzionato a suo modo l’organizzazione delle scommesse ippiche e sportive nell’ambito del terrestre, riconoscendo per la prima volta l’identità del diritto di gioco on line;

2) 2009: bando ippiche c.d. giorgetti, nato per “rimpiazzare” le concessioni ippiche c.d. storiche. Con questo bando, del quale peraltro furono assegnati solo parte dei diritti, si comprese che i prodotti su base ippica erano in crisi e necessitavano di un restyling, del quale si è ancora in attesa;

3) 2011: bando delle concessioni c.d. comunitarie. Il diritto on line delle bersani acquisisce una propria identità con uno schema di convenzione che individua regole nuove anche in tema di penali e di rilascio della garanzia. Molti degli Stati membri si sono ispirati alle nostre concessioni comunitarie per aprire il loro mercato al gioco on line (si pensi all’esperienza francese ed a quella spagnola). Un’ombra di questo bando è forse quella di aver cancellato (a seguito di un esplicito intervento normativo) il decreto direttoriale del 21 marzo 2006 senza dargli seguito. La volontà era quella di separare nettamente i canali di raccolta (il canale on line da quello terrestre), ma l’esperienza insegna che bisogna mettere in conto le reazioni di mercato e consumatori per non avere conseguenze..

4) 2011: la gara di rete connessa agli apparecchi da intrattenimento (AWP e VLT). Lo scorso 20 marzo sono state sottoscritte le nuove concessioni. I concessionari di rete sono ora dodici, di cui tre sono nuovi operatori.

5) 2012: la gara per i duemila negozi, non ancora conclusa a causa di ritardi tecnici, dovuti anche al contenzioso instaurato da alcune Società escluse. Il ritardo nell’assegnazione non è del tutto senza conseguenze per i candidati. Qualcuno che ha fatto offerte importanti nella legittima aspettativa di avere una concessione per tre anni e mezzo, trovandosi ora a dover corrispondere una somma di denaro per una concessione che durerà meno di tre anni, si chiede se – nell’ambito delle concessioni di servizi quale quella della procedura in corso – sia possibile invocare il giusto recesso.

Queste le gare concluse. Le nuove gare, se si tiene conto delle scadenze e delle indicazioni normative, dovrebbero essere nell’ordine il poker live ed il Bingo. Per quanto riguarda il regolamento relativo alle mille nuove sale dedicate al poker live non vi sono ancora notizie ufficiose. Di certo, è saltato il termine del 31 gennaio originariamente fissato per il bando di gara. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli conferma di fatto i tanti dubbi sull’opportunità di dare il via al nuovo gioco, che metterebbe a confronto diretto i giocatori. In assenza di determinazioni gli interessati al poker live stanno cercando strade alternative, come sviluppare un poker sportivo che dia rilievo all’esercizio mentale e di abilità connesso a questo gioco. Il numero di coloro che vorrebbero sedersi intorno ad un tavolo verde e non stare dietro ad un pc sembrerebbe rilevante. Se ciò sia poi dovuto solo ad un utilizzo border line di questa interpretazione sportiva del gioco, lo scopriremo solo vivendo.

Ma il momento non è certo dei migliori per il gioco in generale, e c’era da aspettarselo. Gli effetti delle leggi del mercato, che hanno visto sgonfiarsi fenomeni come il bingo al suo esordio, non si vogliono attendere, l’opinione pubblica tende al negativo spinto, e naturalmente c’è chi la monta e chi la cavalca. Quanto allo Stato, del resto i numeri connessi al poker live non sono numeri importanti: nelle previsioni del Ministero dell’Economia nel 2011 – relazione allegata alla Manovra Finanziaria voluta da Tremonti – gli italiani avrebbero giocato nel 2012 circa 1 miliardo di euro in 500 poker rooms live targate ADM, dei quali 30 milioni sarebbero arrivati all’Erario tramite la tassazione sul volume di gioco, altri 50 attraverso l’assegnazione delle prime 500 licenze (la base d’asta era di 100mila euro). Le perplessità sull’impianto giuridico di quella legge poi, chi scrive le ha già manifestate.

Da ultimo – in vista delle prossime prime scadenze – ADM dovrebbe indire anche il bando per l’esercizio del gioco del Bingo. Le concessioni Bingo assegnate nel 2000 con criteri dell’epoca, grazie anche all’avvento delle VLT (quelle sopravvissute) stanno conoscendo una nuova primavera. Sarà interessante assistere all’impatto sulla rete fisica del gioco di questo bando di gara, che verrà indetto in un momento storico piuttosto particolare, fungendo anche da banco di prova per tutti gli addetti ai lavori.