Si chiama Slotmob, l’iniziativa proposta da tre professori di economia per sostenere gli esercenti che decidono di bandire le slot machine

Arezzo. Bennati (Pd): “Contro il gioco d’azzardo, l’amministrazione si è impegnata ad un intervento di sensibilizzazione della cittadinanza”

 

(Jamma) La proposta avanzata da tre professori di economia come Luigino Bruni, Leonardo Becchetti e Vittorio Pelligra parte dall’agire personale:  decidere di prendere il caffè solo nei locali liberati dall’ipoteca del gioco d’azzardo. Una scelta che se osservata da un  numero elevato di persone convinte a rendere pubblica la motivazione del proprio gesto, finisce per incidere a livello sociale e politico. Ne sono convinti quelli del cash mob, l’iniziativa nata negli Usa per organizzare festosi acquisti di massa in negozi che meritano di essere sostenuti.

Bisogna rendere riconoscibile e meritevole di stima concreta il negozio e il proprietario che hanno deciso di non scommettere sulle macchinette rischiando entrate sicure. Alla radice di questa scelta non c’è un ragionamento buonista o moralista, ma una concezione di uomo e società che esprime il filone etico dell’economia civile a cui si aggiungono le valutazioni del pensiero economico internazionale in tema di sviluppo e e declino.

La proposta si chiama Slot Mob. Tre i fronti su cui agirà la campagna:

  1. Richiedere una legge che limiti e regolamenti seriamente il gioco d’azzardo nell’interesse non delle lobby ma dei cittadini, soprattutto i più vulnerabili
  2. Non aspettare i tempi, a volte troppo lunghi della politica, ed agire subito, e soprattutto insieme, dando vita ad uno slot mob, recandoci insieme a fare colazione in un bar che ha scelto la disinfestazione dalle slot e/o altri giochi d’azzardo
  3. Curare il cattivo gioco con il buon gioco, che è sempre un bene relazionale, organizzando, in concomitanza dello slot mob, un torneo di calcio balilla.

Lo Slot Mob partirà da Biella il 27 settembre e il 28 settembre da Milano, e si ripeterà nei mesi successivi in diverse città d’Italia, toccando Cagliari, Palermo, Catania, Trento, Reggio Emilia, Cremona, Macerata e Roma.

Un modo per “premiare” la virtù civile, e soprattutto fare cultura e opinione. Renderemo la scelta di questi esercenti visibile ed imitabile, attraverso un marchio etico, il coinvolgimento della stampa, i social-network ed il passaparola. In vista dei vari eventi l’organizzazione sta mappando le città per stilare un elenco di esercizi commerciali che sono già slot-free e di quelli che lo vorrebbero diventare.