Verona aderisce al manifesto no slot

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(Jamma) Il Consiglio comunale ha approvato questa sera all’unanimità, con 32 voti a favore, l’adesione del Comune di Verona al “Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo” promosso da “Scuola delle buone pratiche”, in collaborazione con Terre di mezzo e Legautonomie Lombardia.

“Il gioco d’azzardo – ha spiegato l’assessore al Bilancio Pier Luigi Paloschi – è la terza industria in Italia e conta circa 100 miliardi di fatturato, ossia il 4 per cento del Pil nazionale. I dati parlano di circa 15 milioni di giocatori abituali, una vera e propria malattia che rende incapaci gli uomini di gestire l’impulso di giocare. Questo manifesto si prefigge di far sì che i Sindaci possano emettere ordinanze per arginare il fenomeno”.
Per il consigliere comunale del Pd Orietta Salemi “Si tratta di un problema e di una piaga che colpisce il 50 per cento dei giovani. Devono essere presi tutti i provvedimenti possibili per fermarlo”.
Per il consigliere del Pd Stefano Vallani “Speriamo che aderire a questo documento ci dia la possibilità di limitare l’apertura di sale da gioco e analoghe strutture all’interno di altri esercizi commerciali”.
Per il consigliere della Civica per Verona Antonia Pavesi “Purtroppo attualmente l’Amministrazione comunale non ha possibilità di agire, tranne che multare chi non affigge le locandine obbligatorie che indicano i pericoli legati al gioco”.
Per il capogruppo di Sel Mauro De Robertis “Su questa materia il Comune non può rimanere a margine, come succede oggi, per questo l’unione di più enti può essere la via migliore per rendere possibile un cambiamento”.
Per il capogruppo del Pd Michele Bertucco “Questo documento impegna i sindaci ad attivarsi affinchè vengano fatte le leggi apposite per dare maggiore forza agli enti locali. I dati che ci sono stati forniti sono gravissimi, poco conosciuti e allarmanti”.
Per il consigliere del Movimento 5 stelle Luca Mantovani “La stessa volontà di arginare questo problema dovrebbe esserci al Governo e in Parlamento perché la struttura legislativa dovrebbe essere cambiata a livello nazionale”.

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