Umbria. Lecci (Monopoli di Stato, sez. di Perugia): ‘L’agenzia non si occupa degli introiti ma di combattere ed eliminare le illegalità”

(Jamma) La Commissione d’inchiesta su criminalità organizzata e tossicodipendenze del Consiglio regionale umbro si è riunita ieri mattina a Palazzo Cesaroni per l’audizione con gli operatori delle Asl, la Guardia di finanza e Agenzia dei Monopoli sul problema della ludopatia, il gioco d’azzardo patologico.

Dall’incontro è emerso che il giro d’affari complessivo del settore, in Umbria, supererebbe i 500 milioni di euro, con circa 5500 apparecchiature elettroniche da gioco installate nei locali pubblici. I dipartimenti sanitari che si occupano di dipendenze hanno registrato negli ultimi anni un incremento notevole dei giocatori compulsivi che si sono rivolti alle strutture, in molti casi in conseguenza a situazioni di dissesto economico delle famiglie legato al gioco.

Il presidente della Commissione, Paolo Brutti, ha aperto i lavori sottolineando che “Questa nuova dipendenza si sta diffondendo anche in Umbria e, da diversi studi, risulta alla base di comportamenti compulsivi e problematici a livello sociale ed economico. È necessario porre molta attenzione sui collegamenti tra il gioco patologico, l’usura e le eventuali attività criminali che puntano a sfruttarlo per operazioni di riciclaggio. Ci sono due proposte di legge regionale la cui discussione è stata unificata, sulle quali stiamo valutando quali sono gli ambiti in cui la Regione può intervenire. I mezzi di contrasto alla diffusione della ludopatia – ha detto Brutti al termine dei lavori – risultano evidentemente inadeguati: quelli dei dipartimenti sanitari, che dispongono di un numero esiguo di operatori, e quelli dei Monopoli, che non possono intervenire in modo efficace per l’elevato numero di sale gioco ed esercizi presenti”.

Tra gli intervenuti anche Donato Lecci, dirigente dei Monopoli sezione di Perugia: “In Italia esiste il monopolio statale sui giochi, riconosciuto anche dalla Corte europea, che mira a salvaguardare l’ordine pubblico e contrastare il gioco illegale. Il gioco legale è dettagliatamente regolamentato, anche quello online, per il quale è prevista una auto-limitazione preventiva degli importi che possono uscire dal suo conto. Questo crea un limite alle perdite di gioco. Le macchine da gioco come i videopoker esistevano già nel 2003, poi sono stai sostituiti da altri apparecchi con caratteristiche differenti, che garantiscono un controllo migliore e minori possibilità di interventi illeciti. È previsto un nuovo decreto che imponga dei ‘lettori di schede’ da applicare alle macchine da gioco, con possibilità di verifica dell’età del giocatore e dell’erogazione delle vincite. Fino al 2002 le macchine da gioco non erano regolamentate e alimentavano già un cospicuo giro di affari. Nel 2011 la commissione nazionale antimafia stimava che nel 2006 la raccolta delle apparecchiature da gioco in Italia ammontava a 43 miliardi di euro, mentre la raccolta ufficiale ferma a 15 miliardi. Nel 2012 la raccolta lecita è stimata in 50 miliardi di euro. In Umbria sono state installate 5463 macchinette da gioco. Le Vlt (video lottery terminal, che possono essere collocate solo in apposite sale da gioco e non dentro normali esercizi commerciali) installate sono 92, 60 a Perugia e 32 a Terni. Il 74 per cento della raccolta va in premi, il 12 per cento in tassazione e il restante va a esercenti, proprietari e concessionari. Il gioco online viene monitorato in continuazione. Va specificato che ci sono anche giocatori non compulsivi che decidono consapevolmente di destinare parte del proprio reddito e del proprio tempo al gioco. L’agenzia si occupa non di incrementare gli introiti dei Monopoli, ma di combattere ed eliminare le illegalità. Il gioco ai minori è un illecito molto grave che viene punito con sanzioni pesanti. Il decreto Balduzzi ha vietato l’accesso e la presenza di minori nelle sale scommesse, vlt e in altri luoghi dove sono presenti apparecchi per il gioco elettronico. Il giro d’affari del settore giochi e scommesse in Umbria è in linea con la media nazionale. Il gioco illegale si concentra soprattutto sulle scommesse, dove tutti i flussi di denaro e le puntate sono registrati. I giocatori possono essere spinti al gioco illegale e a quello online perché consentono di mantenere l’anonimato”.

“In Umbria e a Perugia non esistono situazioni di allarme e non risulta un interessamento della criminalità organizzata per il gioco illegale”. Ha dichiarato Vincenzo Tuzi, colonnello Guardia di finanza Comando provinciale di Perugia. “Nel 2013 – prosegue – abbiamo svolto 88 controlli riscontrando solo 6 irregolarità. Ministero dell’interno e polizia, nell’ambito del comitato per l’ordine e la sicurezza, curano i controlli contro le attività illegali. Gli illeciti più diffusi, a parte le violazioni formali e amministrative, riguardano le macchine, con apparecchi che non rispettano i requisiti di legge, con limitazioni del numero delle vincite o riduzione della tassazione spettante allo Stato. Le ipotesi di utilizzo delle apparecchiature elettriche da gioco per il riciclaggio di denaro sporco è un pericolo che però si presta meno di altre pratiche più remunerative. Contro la ludopatia serve una azione sinergica tra tutti gli appartanti dello Stato, sia per la repressione degli illeciti che per l’attività di cura svolta dalle Asl”.