Sentenza Black Slot. Il commento dell’avv.Marco Ripamonti

 

(Jamma) – L’avvocato Marco Ripamonti, con studio in Firenze e Viterbo, esperto di Diritto applicato ai settori gioco e scommesse, è stato uno dei principali protagonisti della vicenda Black Slot avendo fatto parte del Collegio difensivo della compagine Abm Games e Nazionale Elettronica ed avendo partecipato alla gran parte delle udienze dibattimentali, tra cui quella in cui lo stesso patrocinatore, “mettendo all’angolo” la allora dirigente dell’ufficio 12, dr.ssa Barbarito, nel corso di un pressante contro esame e’ riuscito a farle ammettere l’effettivo ruolo di AAMS nello svolgimento delle verifiche tecniche finalizzate alla certificazione di conformità.


L’avv.Marco Ripamonti ha così commentato la sentenza: “Nel complesso posso ritenermi sicuramente soddisfatto, considerando che nessuna condanna e’ stata inflitta ai miei patrocinati a fronte di contestazioni particolarmente gravi quali associazione a delinquere, falso e gioco d’azzardo. Tuttavia la sentenza, che naturalmente rispetto, lascia spazio, a mio giudizio, a qualche censura. Nel merito, non ritengo di poter condividere le conclusioni del Tribunale in ordine alla valutazione delle risultanze tecniche, in quanto gli accertamenti tecnici dei nostri consulenti di parte sono risultati ben più’ concreti ed approfonditi rispetto a quelli svolti con più superficialità dal consulente della Procura. Il reato d’azzardo e’ risultato prescritto e sulle modalità di accertamento dei tempi di prescrizione, nulla da dire. Sono, per converso, molto perplesso sulla esegesi e sull’applicazione del reato di gioco d’azzardo agli apparecchi in questione. Sul punto, il Tribunale ha osservato, in estrema sintesi, come qualsiasi apparecchio sia da considerare da gioco d’azzardo, a prescindere dalla rispondenza, o meno, ai parametri di cui al “comma 6 art.110.tulps”, laddove l’esito del gioco, pur se in parte d’abilita’, sia determino dall’alea e il giocatore ambisca a vincite lucrative. Ebbene, dinanzi ad una affermazione di tal genere, ogni apparecchio News slot o VLT attualmente installato dovrebbe essere sottoposto a sequestro penale per tale reato, in considerazione del fatto che le suddette connotazioni caratterizzano proprio tali congegni. In definitiva AAMS, a questo punto, dovrebbe ben preoccuparsi di affrontare definitivamente tale aspetto, non potendo più mistificare la realtà. La cronaca dei periodi più’ recenti ha evidenziato come spesso, dietro a gesti sconsiderati, ci siano anche problemi di ludopatie. Fino a qualche tempo fa la stampa “di regime” aveva buon gioco nell’attribuire certe vicende ai videopoker illegali. Ma ormai tutti sanno che quando si parla genericamente di videopoker ci si riferisca a Slot e VLT di Stato e che è’ proprio l’ordinamento italiano a spingere la collettività’ al gioco cosiddetto legale, che ha connotazioni di vero e proprio azzardo. Prova di ciò’ ne sia lo stesso Decreto Balduzzi, mentre i messaggi pubblicitari continuano contraddittoriamente a suggerire di giocare senza esagerare. Quindi, giocare tanto, perché l’esagerazione e’ concetto che si pone oltre il limite massimo.
C’è’ un altro punto della sentenza di Venezia che mi soddisfa poco. Nessun riferimento viene fatto ai grandi sconfitti di questo processo. I concessionari che si sono costituiti parte civile, chiedendo ingentissimi danni e lamentando di avere incolpevolmente fatto giocare gli Italiani con dei giochi d’azzardo. Ebbene, ma non si trattava di “gioco sicuro”? Ed ai sensi del capitolato sull’affidamento della rete, non era previsto che fosse proprio il concessionario a garantire la liceità dei giochi, medianti controlli e verifiche effettive? Nulla di tutto ciò viene riportato in Sentenza, anche se la richiesta risarcitoria dei concessionari e’ stata clamorosamente respinta. Nessun riferimento viene poi fatto ai numerosi gestori che si sono altresì costituiti parte civile, i quali a mio avviso avrebbero semmai dovuto agire in sede civile direttamente contro AAMS. Sin dall’inizio della vicenda ho avuto questa convinzione, che ha avuto concreti e soddisfacenti riscontri, atteso che nessun danno, a Venezia, sia stato liquidato.
Rilevo, invece, con soddisfazione che il tribunale abbia compreso l’effettivo ruolo di AAMS nella fase di omologazione e certificazione degli apparecchi. Ruolo tutt’altro che formale, ma di concreto ed effettivo controllo, tale da esporre l’Amministrazione a serie responsabilità’ risarcitorie. Ma ruolo che con incredibile ambiguità’ e’ stato negato dalla stessa AAMS sin dall’inizio di questa annosa vicenda e che, invece, sta venendo fuori anche nei giudizi civili di natura risarcitoria in corso di svolgimento ed avanzati da gestori che, anziché costituirsi parte civile nel processo penale, hanno scelto la strada dell’azione civile contro la medesima amministrazione.
Per il resto, la sentenza e’ pienamente condivisibile laddove afferma l’insussistenza del reato di falso e l’associazione a delinquere.”