Reggio Emilia: arriva Pluto, la prima struttura in Italia dedicata alla cura dei ludopatici

(Jamma) Se i gruppi di aiuto per giocatori patologici sono una realtà consolidata, la novità in arrivo è una struttura residenziale per accoglierli 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno. Una novità che farà scuola in Italia.

Pluto infatti, questo il nome della struttura, è la prima “casa” nel nostro Paese aperta tutto l’anno per l’accoglienza di chi è vittima della patologia del gioco. Perché di patologia si tratta e come tale va curata.

Ce lo conferma una volta di più Matteo Iori, presidente della Papa Giovanni XXIII, che ricorda come dal 2000 ad oggi la Comunità abbia seguito 686 giocatori grazie ai suoi gruppi di aiuto.

«Negli anni – spiega il presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII – abbiamo verificato la necessità di offrire un posto in cui stare, un momento di tregua distaccato dal proprio contesto di vita, a quei giocatori che non riescono a gestire la tentazione. Uno spazio sicuro aperto ad ogni ora del giorno e della notte con operatori preparati. La realizzazione di questo sogno è il frutto di una breve sperimentazione effettuata nel 2011 e di un nuovo progetto sperimentale finanziato in parte dalla Regione Emilia Romagna e in parte dalla nostra Onlus. E’ importante che accanto ai gruppi di aiuto, soluzione migliore per chi ha una famiglia, un lavoro e più in generale un contesto sociale in cui tornare, ci sia una struttura in cui organizzare percorsi di recupero personalizzati».

Il gioco d’azzardo infatti non è affatto un gioco: il Consiglio Nazionale delle Ricerche afferma che un milione di italiani hanno già sviluppato dipendenza o sono a rischio. Un dato allarmante che nella nostra provincia finora si è tradotto in 1164 richieste di aiuto, di cui circa la metà sono approdate nei gruppi, per un’età media di 40 anni circa. Più il sommerso.

«Mentre abbiamo già comunità al lavoro sulle altre dipendenze, in particolare alcol e droghe, fino sul gioco d’azzardo avevamo le mani legate perché in Italia non è riconosciuto dai Livelli Essenziali di Assistenza – continua Matteo Iori facendo riferimento agli interessi che si celano dietro questo meccanismo –. Ora grazie a una specifica delibera di Giunta della Regione possiamo agire garantendo una cura residenziale gratuita ai giocatori patologici. Quella del gioco d’azzardo è una vera piaga della nostra società e dobbiamo essere attrezzati per combatterla».

Dove si trovi la struttura non viene svelato: l’indirizzo resta segreto per tutelare persone che hanno il diritto di tener nascosta la dipendenza al proprio contesto sociale.

Tra le mura di “Pluto” si organizzeranno progetti terapeutici personalizzati, la durata dipende dal singolo caso. Non è un luogo dedicato alle emergenze, l’accesso è vincolato all’inserimento in un percorso di recupero e alla voglia di riprendersi la propria libertà lontani dal gioco.

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