Marcotti (vicepres. SGI): ‘Sulla dipendenza da gioco servono dati certi’

(Jamma) “Quello del gioco è un mondo complesso, che andrebbe affrontato conoscendone tutte le diverse sfaccettature, senza approssimazioni o preconcetti. Noi operatori del gioco legale, un settore che dà lavoro a 120 mila persone, di cui il 60% circa sono donne, e che rappresenta un argine all’illegalità e alle infiltrazioni malavitose, siamo da tempo convinti che il “muro contro muro” non giovi a nessuno e siamo disposti al confronto. Con chiunque”. Italo Marcotti, vicepresidente di Confindustria Sistema Gioco Italia, scende in campo a difesa della sua categoria dopo l’allarme dell’Usl di Treviso, che ha denunciato un boom (da 4 a 92 casi in quattro anni) per i malati di gioco. I direttori dei Sert di Treviso e Castelfranco, Germano Zanusso e Graziano Bellio, avevano evidenziato un preoccupante incremento dei giocatori patologici nella provincia di Treviso. Ma per il vicepresidente Marcotti il tema centrale è relativo alla mancanza di dati ufficiali: “Il problema degli eccessi e delle dipendenze da gioco è per noi operatori del gioco legale in Italia uno dei principali punti di attenzione del nostro lavoro. Anche se ci fosse un solo “malato di gioco”, non a Treviso, ma in tutta Italia, per noi è e sarà un problema da affrontare con la massima tempestività”. E continua: “In Italia mancano dati ufficiali e specifici sulle dipendenze da gioco; al momento ci sono solo stime frutto di indagini a campione”. Per questo Sistema Gioco Italia chiede interventi: “Non desideriamo assolutamente mettere in dubbio i dati del Sert riportati nell’articolo, tuttavia l’assenza di un dato univoco sulla ludopatia, dovuta alla mancanza fino ad oggi di ricerche di sistema, non consente di evidenziare il fenomeno in modo oggettivo”.

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