Non si ferma l’attività di contrasto alle organizzazioni criminali portato avanti aggredendo anche i patrimoni illeciti.
Giovedì mattina la Polizia di Stato – Servizio centrale anticrimine e questura di Reggio Calabria, divisione anticrimine – ha sequestrato beni immobili e assetti societari in Italia e all’estero, per un totale di 45 milioni, a due fratelli, imprenditori collegati a cosche della ‘ndrangheta, facendo così salire ulteriormente l’ammontare complessivo dei patrimoni sottratti negli ultimi 3 anni alla ‘ndrangheta, dentro e fuori Italia, a oltre 650milioni di euro.
L’operazione – che ha dato esecuzione a un provvedimento di sequestro emesso dal tribunale di Reggio Calabria – è stata condotta sul territorio nazionale, nella stessa provincia calabrese e in quelle di Messina, Milano, Bari, e in Florida (Stati Uniti), ulteriore risultato della sinergia operativa tra indagini “tradizionali” e accertamenti patrimoniali che caratterizza l’azione di contrasto.
L’attività è stata realizzata nei confronti di due fratelli attivi nel settore dell’edilizia e dell’intermediazione immobiliare, destinatari già nel 2019 di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e recentemente raggiunti da una richiesta di rinvio a giudizio in quanto ritenuti “imprenditori di riferimento” di un’articolazione di ‘ndrangheta attiva, tra l’altro, nella gestione o, comunque, nel controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici.
Ai due imprenditori – riusciti ad acquisire nel tempo, con il sostegno della cosca Librì, il controllo di un importante segmento dell’edilizia reggina e a espandere i loro interessi, sia in Italia che negli Stati Uniti, in numerosi altri rami imprenditoriali, quali il settore edile, immobiliare, dell’editoria, della ristorazione, assicurativo e dei giochi e delle scommesse – sono stati sequestrati società e quote sociali, rapporti finanziari, una ditta individuale, 10 veicoli, 337 fabbricati, e numerosi terreni.
«Rivolgo le mie congratulazioni al Servizio centrale anticrimine della Polizia di Stato e alla divisione anticrimine della questura di Reggio Calabria per l’importante operazione», ha dichiarato il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, commentando l’importante sequestro.
Il provvedimento «emesso su proposta formulata dal Procuratore della Repubblica e dal Questore di Reggio Calabria, rientra nella più ampia strategia di contrasto alle mafie volta non solo a colpire gli apparati militari delle cosche, ma anche ad aggredire gli ingenti patrimoni accumulati”, ha proseguito il sottosegretario, sottolineandone l’effetto di «impedire che vengano poi reinvestiti dalle associazioni criminali nelle attività illecite e utilizzati per affermare il proprio prestigio e la propria autorità sul territorio».