Sulla singolare vicenda del tagliando del GrattaeVinci rubato a Napoli si è espresso il Direttore Generale di ADM dr. Minenna rallegrandosi per l’esito eccellente e tempestivo  dell’operazione svolta da ADM grazie ai propri sistemi informatici, che hanno consentito di recuperare il biglietto ed arrestare   il tabaccaio. Ma, purtroppo,  non va sempre così! A constatarlo, pur suo malgrado,  è la signora Rita (nome di fantasia)  che ci ha chiesto di contattare il proprio legale l’avv.Marco Ripamonti, che si sta occupando della sua tutela. Rita è una giocatrice  iscritta ad un concessionario per la raccolta a distanza, che si è veduta chiudere un conto di gioco senza ottenere la restituzione dei denari, con la scomparsa del concessionario.

L’avv. Marco Ripamonti ha così riportato a Jamma la vicenda, su mandato della propria assistita, che ha voluto darne divulgazione ritenendola  singolare e certamente non di minore spessore di quella appena risolta, pur omettendo nomi e ragioni sociali per ragioni di privacy, del resto ben noti ad ADM.

La signora Rita si è approcciata al mondo del gioco a distanza e si è iscritta al portale di uno dei molti concessionari a ciò abilitati, versando nel complesso circa 35.000,00 euro di provvista a fronte di sporadiche vincite. Fin qui tutto bene, ma quando la signora Rita è venuta nella determinazione di chiudere il conto e riprendersi i denari, il concessionario (ora non più operante) è in pratica sparito, senza evadere la richiesta. A nulla sono valse le diffide avanzate dallo Studio  Legale, tanto che la signora Rita ha chiesto ed ottenuto un decreto ingiuntivo verso lo stesso Concessionario. Il decreto ingiuntivo è stato notificato e, stante la mancata opposizione, si è proceduto in via esecutiva, ma il pignoramento ha dato esito negativo. Nel frattempo, ADM è stata sempre resa edotta degli sviluppi del procedimento ed in seguito, all’esito del mancato recupero della provvista nei confronti del concessionario, la signora Rita ha rivolto ad ADM la richiesta di rifusione delle somme giacenti sul conto di gioco con le spese di recupero liquidate dal Tribunale nella fase monitoria. ADM, correttamente,  ha così inviato all’Istituto di Credito presso cui era stata istituita la fideiussione in favore del concessionario una nota finalizzata a conseguirne la escussione parziale in favore della signora Rita, fino all’ammontare delle sue spettanze. Ciò entro un  termine assegnato ad hoc. Nessun riscontro, tuttavia, si è avuto da parte della banca, tanto che la signora Rita, tramite il proprio legale avv.Marco Ripamonti, ha inviato una diffida alla banca a procedere al pagamento senza ulteriore indugio. Ma ancora nessun riscontro, tanto che la Studio Legale ha iniziato a prendere contatti con la banca che, alla fine, ha dovuto spiegare, dapprima verbalmente, poi per iscritto,  che quella fideiussione non era mai stata rilasciata, nè era riconducibile all’istituto di credito in questione.  Ecco che allora la signora Rita è tornata alla carica nei confronti di ADM, richiedendo alla stessa Agenzia di farsi carico della esposizione debitoria, avendo ella stessa fatto pieno affidamento sul sistema gioco lecito, sul concessionario dotato, per l’appunto, del titolo concessorio e sulle tutele che il gioco legale offre a garanzia dei consumatori, fideiussione bancaria inclusa. La storia, al momento, qui si ferma poichè ADM non ha ancora risposto, nè ha provveduto alla rifusione della somma.

Aggiunge, l’avv.Marco Ripamonti: “Ci aspettiamo e siamo certi che ADM, sulla base dei noti principi di imparzialità e affidamento, vorrà affrontare con la stessa tempestività  il caso della mia patrocinata alla stessa stregua del caso del tabaccaio arrestato. La mia cliente ha fatto pieno affidamento sul circuito del gioco legale e garanzie connesse e, chiaramente, non è giusto che le conseguenze di una fideiussione non operante vadano a gravare sulla stessa consumatrice. La Corte di Cassazione, in caso praticamente in termini, con Sentenza n.4026 del 2018, ha affermato come ADM sia responsabile dell’inadempimento del concessionario, atteso che nella concessione della gestione del gioco on line è riscontrabile un potere di vigilanza e di controllo sui concessionari stessi. In quella fattispecie AAMS, tramite l’Avvocatura di Stato, ha resistito alle legittime istanze della parte ma la Corte di Cassazione, confermando le pronunce di merito, ha affermato il suddetto principio in modo netto e chiaro, tanto che vi è stata anche condanna alle spese.

Sono certo, a questo punto, che ben presto la mia assistita mi conferirà mandato di rendere noto che, anche nel suo caso, ADM ha tutelato, come è suo costume e compito, il malcapitato ed incolpevole consumatore. Sono pronto a scommettere, insomma,  che non saremo costretti a dar corso ad alcuna causa per il recupero della somma e che ADM si regolerà in modo ineccepibile come nel caso dell’ormai famigerato tabaccaio”.

Avvocato Marco Ripamonti

  nella foto Avv. Marco Ripamonti

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