Dipartimento Politiche Antidroga. Tra l’1,3 e il 3,8% giocatori problematici, patologici tra lo 0,5 e il 2,2%. Il gioco più praticato è il Gratta e vinci

Bubbico (vice ministro Interno): ‘Allarmante associazione droga e gioco d’azzardo per ragazzi’
Relazione Politiche Antidroga: Il capitolo dedicato al gioco d’azzardo problematico

 

I giovani puntano sulle scommesse e snobbano le slot

 

(Jamma) Secondo quanto riportato  dal Dipartimento delle Politiche Antidroga nella Relazione annuale 2013 “in Italia il fenomeno del gioco d’azzardo è in continua crescita e in questi anni sta assumendo dimensioni sempre più rilevanti, in parallelo si stanno anche rafforzando le evidenze scientifiche che portano a connotare quanto la pratica del gioco d’azzardo può esitare in sviluppo di forme di vera e propria dipendenza (gioco d’azzardo patologico) o comportamenti a rischio (gioco d’azzardo problematico)”.

Anche se la dimensione del fenomeno in Italia è difficilmente stimabile in quanto, ad oggi, non esistono studi accreditati, esaustivi e validamente rappresentativi del fenomeno, secondo gli studi realizzati dal Dipartimento Politiche Antidroga il 54% della popolazione italiana totale, stimata in 60 milioni di persone, sarebbero giocatori d’azzardo (dato rilevato con la domanda “Lei ha giocato d’azzardo almeno una volta negli ultimi 12 mesi?”). La stima dei giocatori d’azzardo problematici varia dall’1,3% al 3,8% della popolazione generale mentre la stima dei giocatori d’azzardo patologici varia dallo 0,5% al 2,2%.
Sono state studiate, inoltre, le caratteristiche demografiche e familiari dei giocatori stabilendo che i giocatori a rischio/problematici sono più frequentemente maschi che femmine (66% verso 55%), con una condizione relazionale spesso di divorziati (10% verso 5%). Hanno alti livelli di stipendio e presentano almeno un parente con problemi di gioco d’azzardo (12,2% verso 4,4%). Presentano, inoltre, difficoltà nel gestire il denaro (28% verso 14%) e sono esposte ad una maggior rischio di indebitamento: esse, infatti, spendono più denaro di quello che hanno (11% verso 2%), risparmiano meno mensilmente (1% verso 13%), chiedono in prestito denaro alle agenzie finanziarie (28% verso 9%) o ad altre persone (18% verso 2%).

Il profilo e le caratteristiche distintive del giocatore d’azzardo problematico italiano adulto è caratterizzato dall’essere poligambling, cioè utilizza vari tipi di gioco d’azzardo, dedica molto tempo al gioco e gioca molto frequentemente spendendo grandi quantità di denaro. Nei giovani peraltro si è registrata una diminuzione del ricorso a giochi informali e l’aumento del ricorso ai giochi commerciali. Nel gioco d’azzardo patologico, il rapporto maschi/femmine presenta differenze particolarmente rilevanti.
Il sesso femminile inizia a giocare più tardi: i fattori scatenanti spesso sono lo stress, l’insoddisfazione, la depressione. Le femmine sviluppano di solito la dipendenza più precocemente e ricercano il trattamento in maniera maggiore e in anticipo rispetto ai maschi. Privilegiano il gioco del bingo e le slot-machine; hanno una maggior prevalenza dei disturbi dell’umore e un maggior tasso di suicidi.
Mostrano, infine, un minor coinvolgimento verso attività illegali.

Dall’indagine condotta nel corso del 2012 all’interno della popolazione generale, con casistica aggiornata a 18898 interviste, è possibile evidenziare per le diverse tipologie di gioco considerate la frequenza delle giocate negli ultimi 12 mesi. I gratta e vinci rappresentano i giochi più frequentemente praticati, seguiti da lotto e totocalcio, mentre la altre tipologie sono state praticate da meno del 10% degli intervistati, che comunque potevano segnalare più di un gioco; infatti, per il 9,0% del campione si riporta almeno un gioco tutti i giorni o quasi. Questo evidenzia come l’attitudine al gioco non dipenda in modo stretto dalla tipologia di gioco ma dal poter giocare e tale osservazione è resa evidente nel caso del gioco del lotto che, pur non avendo estrazioni quotidiane, mostra un valore pari al 5,2% nella frequenza 1-2 volte a settimana. È quindi verosimile che questi soggetti nelle giornate in cui non è prevista l’estrazione della lotteria si dedichino ad altre tipologie di giochi.

Oltre la metà dei maschi e delle femmine hanno giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi con qualche differenza all’interno delle tipologie di giochi praticati con una maggior propensione del maschi verso la partecipazione a più tipologie.

Esiste poi una interessante e preoccupante associazione tra la frequenza della pratica del gioco d’azzardo e il consumo di sostanze, che mostra una correlazione lineare tra le due, sia nella popolazione giovanile (15-19) sia in quella generale (15-64). Sempre secondo i dati aggiornati DPA del 2013, il 35,2% degli studenti che gioca ogni giorno o quasi, fa anche uso di sostanze stupefacenti. “I dati in nostro possesso, provenienti da molteplici fonti indipendenti tra loro – ha dichiarato Giovanni Serpelloni, capo del DPA – mostrano per le sostanze stupefacenti un trend in contrazione, ma con degli spunti di variazione che riguardano soprattutto le fasce giovanili per droghe quali la cannabis. Tali variazioni devono farci riflettere sulla necessità di adottare nuove forme di prevenzione più precoce e più selettiva per ogni dipendenza, incluso il gioco d’azzardo patologico. La priorità ancora una volta – ha concluso Serpelloni – è prevenire precocemente il consumo soprattutto negli adolescenti sviluppando consapevolezza e modelli educativi verso stili di vita sani. A questo proposito preoccupa il calo degli investimenti eseguiti dalle Regioni registrato nel settore dei progetti di prevenzione”