È stata fissata una nuova udienza in Tribunale a Como per valutare le integrazioni al piano di concordato chieste alla società di gestione della casa da gioco di Campione, che ha presentato un documento che dovrebbe consentire la ripresa delle attività ed evitare un nuovo fallimento.

Dopo l’udienza del 17 maggio scorso, il Tribunale – in composizione collegiale, con il presidente Ambrogio Ceron e i giudici Marco Mancini e Annamaria Gigli – si era riservato e ora è stata fissata una ulteriore data, il 3 giugno prossimo a Palazzo di Giustizia. In aula dovrebbero essere analizzate le risposte e integrazioni al progetto di salvataggio della casa da gioco già depositato dai gestori. Ulteriori approfondimenti erano stati chiesti proprio durante la precedente udienza. E’ quanto riporta il corrieredicomo.it.

Il processo bis per il fallimento del Casinò segue l’annullamento, per vizi di forma, della prima sentenza, quella che aveva portato alla chiusura della casa da gioco. In discussione c’è il piano di concordato proposto dalla società di gestione del casinò per evitare il nuovo crac, chiesto invece dalla Procura di Como. Il 17 maggio scorso, in udienza la società di gestione avrebbe ribadito la correttezza del piano concordatario, anche alla luce delle precisazioni fornite a riscontro della relazione depositata dai commissari. La Procura di Como avrebbe invece evidenziato alcune criticità sulla effettiva fattibilità del piano presentato.

Il Tribunale si era riservato la decisione e ora ha deciso di fissare la nuova udienza per permettere ai gestori di fornire ulteriori chiarimenti. Se il piano venisse accolto la società di gestione potrà provare a far ripartire il Casinò. Diversamente sarà ribadito il fallimento.
Il concordato prevede la riassunzione di circa 175 persone delle 500 prima in servizio al casinò e un nuovo accordo molto meno oneroso con il Comune di Campione d’Italia. Al momento tutte le case da gioco italiane sono chiuse per le misure anti-Covid con riaperture previste dal primo giorno di luglio.

«Non sorprende la decisione dei giudici del fallimento di ammetterci con riserva al concordato preventivo» commenta Marco Ambrosini, amministratore unico della Casinò Campione d’Italia. Roberto Canesi, sindaco di Campione d’Italia osserva su laregione.ch: «Non ci sono problemi ad accogliere le osservazioni dei commissari giudiziari che i giudici hanno fatto proprie. I nostri avvocati si sono già messi al lavoro per integrare il piano concordatario. La decisione dei giudici la valuto positivamente, in quanto se ci fossero stati vizi procedurali in grado di non ammettere la nostra società al concordato preventivo ce lo avrebbero detto, respingendo la nostra richiesta». Quindi? «Fermo restando che in una situazione così complicata come è stata quella che abbiamo dovuto affrontare e continuiamo ad affrontare, dobbiamo stare saldamente con i piedi per terra, sulla riapertura del Casinò che da sempre è stato il nostro obbiettivo in quanto per Campione d’Italia non c’è futuro senza la casa gioco sono moderatamente ottimista», afferma il sindaco. Si può fare una previsione su quando il Casinò riaprirà i battenti? «Non vorrei correre troppo in avanti, anche perché ancora non c’è il via libera dei giudici – risponde Canesi –. Posso però dire che il Casinò dopo quasi tre anni di chiusura è in buone condizioni. Non bisogna dimenticare che siamo ancora alle prese con la pandemia. Bisognerà vedere come sarà con la vaccinazione che grazie alla disponibilità del Canton Ticino sta andando molto bene».

Canesi non si sbilancia: indicativamente non esclude che le luci all’interno della cattedrale laica di Mario Botta potranno essere riaccese entro la fine dell’anno. Una scadenza condivisa dall’amministratore unico Marco Ambrosini: «Una volta ottenuta l’ammissione al concordato, la procedura non è ancora terminata. C’è da superare la fase dell’omologazione. Una fase che prevede una serie di adempimenti che richiederanno qualche mese. Nel frattempo, la società, essendo tornata in bonus, potrà compiere tutti i passi necessari per riprendere l’attività. Fra i passi più importanti, c’è l’assunzione dei dipendenti che inizialmente saranno 175. Un altro aspetto da tenere in considerazione è l’evoluzione del Covid 19».

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