L’autorità per il gioco in Svezia (Spelinspektionen) ha preso atto della sentenza della Corte suprema amministrativa nei casi riguardanti gli avvertimenti e le sanzioni ai sensi della legge sul gioco d’azzardo.

Il 1° gennaio 2019 è entrato in vigore un nuovo regolamento sul gioco d’azzardo. Il regolamento si basa su un sistema di licenze in cui coloro che forniscono giochi sul mercato svedese devono avere una licenza.

Spelinspektionen – secondo la Corte suprema – può adottare una serie di misure contro i licenziatari che non rispettano il regolamento di gioco. In caso di infrazione grave, la licenza è ritirata o, se sufficiente, viene emesso un avvertimento.

Se al licenziatario è stata rilasciata un’osservazione o un avvertimento, Spelinspektionen può anche decidere di addebitare una sanzione. La sanzione ammonterà a un minimo di 5.000 corone svedesi e a un massimo del dieci percento del fatturato del licenziatario nell’esercizio finanziario immediatamente precedente.

Nel caso osservato dalla Corte suprema, una società di gioco aveva violato le disposizioni secondo cui i licenziatari devono sempre verificare se i giocatori si sono autoesclusi nel cosiddetto registro di autoesclusione dell’Autorità svedese per il gioco d’azzardo prima che il gioco d’azzardo sia consentito.

La Corte suprema amministrativa ha dichiarato che uno degli obiettivi fondamentali della regolamentazione delle attività di gioco d’azzardo è quello di limitare le conseguenze negative del gioco d’azzardo e che la possibilità di autoesclusione per i giocatori è una misura importante per raggiungere questo scopo. Le carenze nel controllo nei confronti del registro sarebbero pertanto considerate come una grave violazione del regolamento come punto di partenza. Tuttavia, secondo la Corte, la scelta dell’intervento deve anche tenere conto delle circostanze del singolo caso, sia attenuanti che aggravanti.

La Corte suprema amministrativa ha tenuto conto delle circostanze emerse e ha rilevato, tra le altre cose, che la società aveva già ricevuto indicazioni che la funzione di controllo della società sul registro di autoesclusione non funzionava ma consentiva comunque il gioco d’azzardo – qualcosa che è stato giudicato per sottolineare che la violazione dovrebbe essere vista come grave. In sintesi, si è ritenuto che l’Ispettorato del gioco d’azzardo avesse motivato la sua decisione di emettere un avvertimento alla società e nelle decisioni dei tribunali di grado inferiore sono state confermate.

Per quanto riguarda la questione della determinazione dell’importo dell’ammenda, la Corte suprema amministrativa ha precisato che la situazione finanziaria del concessionario sotto forma di entità del fatturato dovrebbe essere uno dei fattori da prendere in considerazione nell’accertamento.

La Corte suprema amministrativa ha dichiarato che il significato di fatturato non è chiaro dal testo legislativo e che il concetto di fatturato annuo utilizzato nella proposta non è stato spiegato in modo più dettagliato. Le parti della causa differivano sul fatto che il termine si riferisse ai contributi dei giocatori prima o dopo la deduzione delle vincite pagate ai giocatori.

In assenza di indicazioni chiare in senso contrario, la Corte suprema amministrativa ha interpretato che deve ragionevolmente essere il fatturato nel riconoscimento dei ricavi del licenziatario, vale a dire ciò che è indicato nei conti come vendite nette. Si è ritenuto che ciò indicasse non da ultimo che una delle finalità della disposizione in questione era quella di consentire di tener conto delle risorse finanziarie del licenziatario nel determinare l’importo del canone sanzionatorio. Secondo una dichiarazione dello Swedish Accounting Standards Board, la parte dei contributi dei giocatori che la società di gioco deve restituire al collettivo dei giocatori sotto forma di vincite non sembra essere costituita da entrate ricevute per conto proprio della società.

In sintesi, la Corte suprema amministrativa ha ritenuto che l’espressione fatturato corrisponda a quello che, secondo i principi contabili, è il fatturato netto del licenziatario derivante dall’attività oggetto della licenza. I principi contabili generalmente accettati sono stati considerati – in conformità con le conclusioni dello Swedish Accounting Standards Board – come la deduzione delle vincite riscattate dalle scommesse dei giocatori nel calcolo delle vendite nette.

Poiché i giudici di grado inferiore non hanno applicato la nozione di fatturato nel modo in cui la Corte suprema amministrativa aveva concluso, la causa è stata rinviata all’Ispettorato del gioco d’azzardo per un nuovo esame nella parte in cui riguardava la questione delle tasse sanzionatorie.

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