
Buona parte delle sale slot altoatesine sono costrette a chiudere, o quantomeno a spostarsi. Almeno quelle che non rispettano i 300 metri di distanza da luoghi sensibili come scuole e chiese, parchi e centri giovanili. Negli scorsi giorni il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibili i nuovi ricorsi che erano stati presentati dai titolari di alcune sale da gioco, con una sentenza che certifica la legittimità della legge provinciale. La norma, che è di fatto una sorta di deterrente al gioco d’azzardo, ha quindi portato allo stop di due attività site a Bolzano. E’ quanto si legge su altoadige.it.
In realtà, si tratta solamente di due dei numerosi esercizi altoatesini “colpiti” dalla norma. Le stesse chiusure si stanno infatti susseguendo anche a Merano, Ortisei, Bressanone e Brunico. Tra febbraio e marzo del nuovo anno sono già state fissate le udienze per tutti gli esercizi ancora non coinvolti nella prima tranche di stop.
«Finalmente è arrivata la sentenza e di conseguenza le prime chiusure», commenta il sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi. «Io capisco che all’interno di questi esercizi vi siano dei posti di lavoro, ma ci troviamo sempre a commentare situazioni sociali difficili provocate dalle scommesse e il gioco d’azzardo. Ci sono famiglie rovinate dal gioco, tante di queste necessitano assistenza», aggiunge il primo cittadino. Per continuare a offrire i propri servizi, l’unica soluzione per le sale slot sembra essere quella di un trasferimento in zona produttiva.
«Definirei questa sentenza come una sorta di passaggio educativo – spiega l’assessore Juri Andriollo -. E’ uno step importante, perché il gioco si trasforma in un vizio e poi in una malattia. Ora ci si deve attenere alla decisione del Consiglio di Stato, anche se gran parte del consumo avviene online».