Monopoli. Dopo le richieste del FLP, il sottosegretario Baretta indica margini di manovra e rinvia il tutto a settembre

(Jamma) Si è tenuto l’otto agosto l’incontro con il Sottosegretario al Ministero dell’Economia Baretta. In apertura di incontro il sottosegretario, come già aveva fatto in occasione dell’incontro sulle convenzioni 2013, ha ribadito la temporaneità del Governo di cui fa parte. La FLP Finanze ha risposto che proprio per questo si aspettava una convocazione nei tempi previsti (la seconda settimana di luglio) anziché un attimo prima delle ferie e che comunque la positiva interlocuzione con il Governo, di cui va dato atto al sottosegretario, deve avere come sbocco provvedimenti concreti in tempi brevi.

Il sottosegretario – si legge nella nota della Federazione – ci ha quindi invitati a fare proposte, soprattutto sulla riorganizzazione delle agenzie fiscali, ma non per questo abbiamo ritenuto di tacere tutti gli altri problemi che sono attualmente sul campo che riguardano i lavoratori e il ruolo delle agenzie.

Riorganizzazione: abbiamo ribadito la nostra ferma contrarietà all’accorpamento delle Agenzie Fiscali così come è avvenuto. Non è servito a risparmiare un euro e ha peggiorato la funzionalità della macchina fiscale quando non si è trasformato in una lotta di conquista, come è avvenuto per i Monopoli da parte dell’Agenzia delle Dogane. Abbiamo altresì chiarito all’On. Baretta che le nostre proposte dipendono dalla politica del Governo sulla lotta all’evasione fiscale giacché non ci pare vi sia unanimità di vedute in un Governo tanto eterogeneo. Nonostante ciò, abbiamo chiarito che il modello migliore è quello che pone termini ai tagli lineari sul fisco e sui lavoratori, che sblocchi passaggi economici e carriere e restituisca un ruolo centrale al fisco nel nostro Paese. Se per far questo ci vogliono due, tre, o anche una sola agenzia, noi l’appoggeremo. Se invece il gioco è quello di restituire il posto a qualche direttore generale senza che i lavoratori e il Paese ne traggano alcun giovamento noi lo avverseremo. Non ci interessano i giochi di potere ma la vita dei lavoratori. Abbiamo fatto un esempio concreto: se avere una sola agenzia servisse per rilanciare la valorizzazione del personale ed evitare, attraverso economie di scala, la chiusura degli uffici che le Entrate stanno portando avanti, allora ben venga una sola agenzia;

Salario accessorio: abbiamo chiesto al sottosegretario la firma immediata sul nuovo decreto per il comma 165 ma non ci siamo fermati a questo; abbiamo chiesto se egli ritiene possibile che i lavoratori delle agenzie fiscali (e del ministero) siano ripagati per i comportamenti virtuosi dimostrati in questi anni con un salario accessorio che arriva in media due anni e mezzo dopo le attività svolte e un anno e mezzo dopo il resto delle pubbliche amministrazioni. Noi pensiamo sia necessario modificare metodi di finanziamento come gli attuali, demotivanti per i lavoratori i quali quando arrivano i soldi non ricordano nemmeno più a che anno si riferiscono;

Valorizzazione del personale e nuove assunzioni: in questi anni le agenzie hanno sopportato una contrazione di personale vicina al 15 per cento contro meno del 5 per cento della media delle pubbliche amministrazioni. È ora di invertire la tendenza e lanciare un piano di nuove assunzioni, non senza aver prima premiato chi in questi anni si è fatto carico di raggiungere obiettivi sfidanti senza essere valorizzato. È questo il caso degli idonei del concorso interno a 550 posti nell’agenzia delle dogane, i quali soltanto per la contrarietà dell’agenzia allo scorrimento delle graduatorie non hanno avuto la possibilità di passare in terza area. La FLP Finanze ha chiesto al sottosegretario di farsi parte attiva presso la Funzione Pubblica per sbloccare questa situazione senza il ricorso a nessuna legge ma per via amministrativa. Purtroppo siamo stati gli unici a farlo; gli altri sindacati hanno riproposto la soluzione legislativa, più lunga, tortuosa e confliggente con altri interessi nonché aleatoria, visto che il Governo è a rischio continuo di caduta.

Abbiamo altresì chiesto con forza al sottosegretario l’immediata assunzione degli idonei a 220 posti di assistente tributario all’Agenzia delle entrate nonché l’autorizzazione ad ampliare gli organici delle agenzie per permettere l’assunzione degli idonei agli ultimi due concorsi per tirocinanti. Non è possibile in una fase di recessione come questa e visto il bisogno di recuperare l’evasione fiscale che le agenzie facciano le “schizzinose” negando posti di lavoro a giovani laureati e spesso specializzati per poi prendere, con logiche discutibili, personale da altre amministrazioni. Soprattutto, è ora di potenziare in modo deciso gli organici depauperati in modo così forte negli ultimi tredici anni;

Passaggi economici: non costano nulla al bilancio dello Stato ma continuano ad essere bloccati. Abbiamo richiamato l’accordo del 4 maggio 2012 tra Governo e confederazioni sindacali, nel quale c’era un preciso impegno a far ripartire le carriere, per chiedere all’On. Baretta di sbloccare la possibilità di progressioni economiche. Purtroppo in serata ci ha risposto il Governo, bloccando a tutto il 2014 le retribuzioni.

Dirigenza: le cattive pratiche sono dure a morire. Abbiamo sentito (non succedeva da qualche anno) parlare, da parte sindacale, di “stabilizzazione degli incaricati”. Abbiamo chiarito al sottosegretario che siamo contrari a una soluzione di questo genere e che chiediamo di bandire immediatamente concorsi pubblici con una forte riserva per gli interni per coprire tutti i posti dirigenziali, possibilmente con procedure più trasparenti di quella in corso di svolgimento presso l’agenzia delle dogane, il cui comportamento abbiamo stigmatizzato e chiesto che il Governo controlli e faccia chiarezza, viste le denunce presentate. Crediamo che la dirigenza debba riconquistare l’indipendenza perduta con il ricorso continuo alle procedure, tra l’altro poco trasparenti, di conferimento degli incarichi dirigenziali. I primi a rimetterci in questa situazione, oltre a coloro che non sono graditi ai potenti, sono proprio i funzionari capaci che devono svolgere le funzioni dirigenziali con la spada di Damocle della revoca, possibile in qualunque momento.

Veniamo ora alle risposte del sottosegretario Baretta, che non ha chiuso alle richieste sindacali ma è stato talmente interlocutorio da tenersi margini di manovra infiniti: sulla riorganizzazione ha detto che con la delega fiscale c’è la possibilità di rivedere l’attuale assetto e che terrà conto delle nostre obiezioni; sul salario accessorio e sul comma 165 ha indetto un tavolo tecnico con il Dipartimento Finanze che dovrebbe riunirsi a settembre e promesso la convocazione, sempre a settembre, di una riunione con il Ministro dell’Economia Saccomanni. La FLP ha chiarito immediatamente che la strada del tavolo tecnico è già stata percorsa nel 2006 e non ha portato da nessuna parte, e poiché non abbiamo intenzione di perder tempo senza costrutto, riteniamo necessario che un tavolo tecnico (la sola parola ci infastidisce, a dire il vero) abbia tempi certi di conclusione e percorsi chiari e veloci; sugli idonei delle dogane e le nuove assunzioni l’On. Baretta ha glissato senza dir nulla e, solo dopo il nostro richiamo a prendere impegni, ha risposto, ovviamente prendendo tempo sulla questione degli idonei delle dogane (visto che la richiesta prevalente è stata quella della norma, ha avuto buon gioco a dire che prima di settembre non si può esaminare la fattibilità) e rinviando a settembre anche la questione delle nuove assunzioni. Idem per quanto riguarda la dirigenza.

Insomma, è chiaro che in un tavolo poco pressante nei confronti dell’autorità politica, per subalternità o per carenza di proposte, è toccato ancora una volta alla FLP far la parte di chi vuole stringere e chiede impegni concreti.

Non ci aspettavamo diversamente e continueremo a pressare da vicino il sottosegretario, pur riconoscendo che è la prima volta da anni che si apre un confronto, seppure informale, con rappresentanti del Governo sui temi del fisco e dei lavoratori di questo comparto.

Vigileremo affinché il confronto non sia fine a se stesso già sapendo che se e quando le nostre idee avranno sbocco concreto tutti tenteranno di intestarsi il risultato.