«Il tentativo di improvvisata riforma dell’ippica, che si tenta di introdurre con un emendamento al “decreto rilancio”, non soddisfa alcuna delle componenti del complesso sistema.
- L’ippica è una filiera produttiva di imprese agricole e dello spettacolo e vive di prestazioni di professionisti, tutti tradizionalmente estranei alle finalità del CONI, l’ippica non è una disciplina olimpica e in nessuna Nazione al mondo viene assimilata alle discipline sportive dilettantistiche.
- Gli operatori dell’ippica occupano oltre 20 mila addetti, garantendo posti di lavoro da preservare e incrementare attraverso l’adozione di misure legislative organiche e indirizzate allo sviluppo dell’impresa, che mal si conciliano con lo spirito dilettantistico e prettamente sportivo del CONI.
- Qualunque proposta organica e coerente di riforma, che da anni tutti auspichiamo, deve essere il risultato di un confronto aperto e democratico e non certo di una “fuga in avanti” agostana.
- La storia italiana dell’ippica, i successi dell’allevamento italiano e la professionalità di tutti gli operatori del settore, nel mondo intero, meritano ben altra considerazione che un emendamento di poche righe in periodo festivo.
- L’emendamento proposto affida al CONI competenze e prerogative che certamente la Fise non è idonea a gestire, per assenza di competenza e professionalità specifiche, necessarie a garantire il corretto andamento del settore».
Così comunicano per la Filiera Ippica le associazioni:
ANG (Associazione Nazionale Galoppo)
ANACT (Associazione Nazionale Allevatori Cavallo Trottatore)
UPT (Unione Proprietari Trotto)
SIAG (Sindacato Italiano Allenatori e Guidatori)
SNAPT (Sindacato Nazionale Proprietari Trotto)
Gruppo Ippodromi Associati
Federippodromi
UNI (Unione Nazionale Ippodromi)