
“Dati su giocatori problematici ipotetici e che non giustificano le restrizioni per le attività economiche. Per queste motivazioni il Tar della Lombardia ha annullato le ordinanze sindacali di due comuni che limitavano gli orari di gioco. Purtroppo, l’Italia è quel Paese in cui capita che un Comune non giustifica le proprie ordinanze in materia di orari degli apparecchi da gioco attraverso dati certi ed evidenze scientifiche”. E’ quanto scrive in una nota Sapar.
“Non siamo noi a dover dire che le ipotesi non sono dati di fatto, eppure ci troviamo costretti a ricordarlo a qualche sindaco. In Italia capita che proprio su supposizioni si realizzino provvedimenti che hanno pesanti conseguenze sulla vita delle piccole e medie imprese e dei loro dipendenti. Questa volta, come capitato anche in altre circostanze, è servito il Tar per obbligare i comuni a fare un passo indietro”, conclude l’associazione.