“Dopo che i contagi diminuiscono così come anche ricoveri e morti, non esiste alcun motivo se non quello ideologico per cui anche le attività di gioco non possano tornare a lavorare, con protocolli di sicurezza che garantiscano la distanza di un metro tra un giocatore ed un altro”. Lo scrive in una nota Agcai.
“Specialmente con la riapertura al chiuso dei locali pubblici le aziende di gestione di slot, che ormai disperate hanno manifestato in modo corposo venerdì scorso cercando addirittura di bloccare il raccordo anulare pur di ottenere una data di ripartenza e attirare l’attenzione della politica (tentativo bloccato dall’intervento tempestivo dalle forze dell’ordine), hanno bisogno di riprendere a lavorare dopo mesi di chiusura. A tale proposito la nostra associazione propone di riaprire il mondo del gioco pubblico in sicurezza attraverso il ritorno al vecchio contingentamento degli apparecchi di intrattenimento sia negli esercizi art. 86 che in quelli art. 88. I governatori se ne facciano portavoce.
Le piccole aziende che gestiscono le slot nei locali pubblici art. 86 hanno bisogno di riaprire subito in sicurezza magari ritornando al vecchio contingentamento del 2004 (annullando quello del 2011) che prevedeva che nei locali pubblici art. 86 quali soprattutto bar, tabacchi, ristoranti ecc., ci fossero al massimo quattro apparecchi del tipo slot invece di otto come risulta oggi e negli esercizi specializzati del tipo sala dedicata non più di uno ogni 3 metri quadri per garantire un metro di distanza a tutti i giocatori e giocare in sicurezza.
Le attività di gioco é da capire che sono attività autorizzate dallo Stato e lo Stato stesso deve tutelarle come tutela tutte le altre attività. E’ una vergogna che i politici si vergognino di parlarne e lascino nella disperazione migliaia di famiglie. Ci sarà occasione con un riordino dell’intero settore di mettere mano alla situazione. Se le slot hanno raggiunto una pericolosità alta, non è certo colpa degli operatori. ADM, insieme al sottosegretario ai giochi, dovrebbero regolare tale pericolosità e tecnicamente si può fare anche molto presto. Intanto in attesa si ha bisogno come tutti di ritornare a lavorare”.