GAP. E ora ostacoliamo la lotteria nazionale?

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(Jamma) – Fare il mestiere del politico, così come ricoprire alti incarichi in amministrazioni pubbliche, non necessariamente significa essere tuttologi in grado di dimostrare capacità in ogni specifico settore. L’esperienza spesso aiuta gli eletti (o designati) a questi ruoli e suggerisce loro di avvalersi dei giusti consulenti, anche sulla base di queste consulenze si giudica la validità del loro mandato. Questo vale ogni volta che si affronta qualsiasi tipo di argomento, che sia per una misura economica, una regolamentazione di mercato o una legge a tutela dei cittadini.

A questo proposito, un esempio degno di citazione nella “Settimana di Jamma” è l’attività di Euprepio Curto in occasione dei lavori per l’approvazione della legge regionale pugliese sul gioco d’azzardo.

 

Di fronte alla sentita preoccupazione dei Consiglieri regionali – peraltro espressa con determinazione in diverse Regioni italiane – Curto ha fatto presente che il pericolo di addiction non si contrasta agendo esclusivamente su uno dei prodotti del portafoglio pubblico dei giochi, altrimenti il soggetto dipendente da gioco sposta l’attenzione su prodotti più facilmente fruibili. Così, rispondendo razionalmente ad una tanto chiara osservazione – che nessuno dei politici romani sembra ancora aver presentato in Parlamento quando si parla di tutelare i giocatori dal pericolo di GAP – il Consiglio regionale della Puglia non ha potuto fare diversamente ed ha approvato un testo per la regolamentazione dei giochi che non pregiudica nessun gioco rispetto gli altri, che impone limiti pur discutibili ma uguali per tutti gli operatori del gioco, senza distinzioni.

 

Una legge rivoluzionaria che merita una attenta lettura e apre un orizzonte nuovo, soprattutto per i politici e per le associazioni che si candidano alla tutela dei giocatori. La legge pugliese, oltre a lasciare intravedere le conseguenze di una scelta di limitazione dell’offerta di gioco, esprime chiaramente come l’accanirsi verso un singolo prodotto, tra i tanti proposti dallo Stato, può essere determinato da due ragioni fondamentali: scarsa conoscenza del fenomeno, la più evidente e anche la più diffusa, mentre molto preoccupante l’altra che è riconducibile ad una qualche forma di interesse personale nella faccenda, specialmente per politici e funzionari pubblici.

 

 

Ma nella prossimità del Natale ci sembra scorretto dubitare della buona fede dei no-slot o di altri preoccupati per la salute dei cittadini e, ne siamo certi, sulla spinta emotiva della tutela dei soggetti più deboli, illuminati dalle considerazioni Curto, sempre più convinti che il gioco d’azzardo è comunque un fenomeno pericoloso, si pronunceranno presto anche contro la lotteria di fine anno.

 

 

Soprattutto contro quell’insistente campagna promozionale che, alla faccia del decreto Balduzzi e delle diverse misure in limitazione della pubblicità per i giochi, continua ad essere trasmessa sui media più diffusi a qualsiasi ora.

 

 

Inoltre, la lotteria di fine anno – semmai fosse necessario ricordarlo – ha il suo momento clou proprio nel giorno della Befana, in occasione di una delle ricorrenze – 6 gennaio – più amate dai bambini, che dovrebbero essere i soggetti deboli per eccellenza, ovvero quelli bisognosi di maggior tutela.

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