Per il presidente di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), Lino Stoppani, ‘a rischio sono soprattutto i bar di prossimita’, quelli nei quali il gioco e’ intrattenimento, con gli apparecchi a piccola vincita, i corner scommesse, i servizi di ricarica per il gioco online. Guardando solo ai pubblici esercizi, il loro numero si e’ ridotto di un terzo tra il 2017 ed oggi. E’ necessario tornare ad un accordo di concertazione tra Stato ed Autonomie sulla corretta distribuzione degli esercizi per difendere legalita’, salute ed economia. Per mantenere e migliorare ulteriormente questa qualita’ chiediamo la giusta attenzione legislativa alle istituzioni di governo e parlamentari, nazionali e territoriali, per rendere il gioco in denaro solo intrattenimento e sempre meno terreno di gestione criminale o di sfruttamento delle dipendenze di soggetti deboli’.

La tutela della rete fisica, ha affermato Mario Antonelli, presidente di Fit (Federazione italiana tabaccai, “e’ imprescindibile. E’ sotto gli occhi di tutti che il riordino debba partire proprio dalla rete fisica, che e’ quella che accusa maggiormente l’attuale caos normativo, e che da troppo tempo sta chiedendo a gran voce interventi essenziali per la sua sopravvivenza e la sua crescita, tra cui in primis la risoluzione della questione territoriale. La tutela del gioco fisico significa anche tutela del gioco ‘legale’, e come gia’ evidenziato, l’arma piu’ potente per combattere quello irregolare, che ingrassa le mafie e la criminalita’ organizzata’ ‘Oggi sono emerse chiaramente le misure necessarie per il riordino del settore. Apprezziamo l’unita’ di intenti tra la nostra associazione e le istituzioni che si occupano di queste tematiche, a partire dall’agenzia delle Dogane e dei Monopoli’, ha aggiunto Geronimo Cardia, ‘E’ palese quali siano le leve di impatto piu’ rilevanti. L’apporto in termini fiscali, previdenziali, occupazionali, di Pil ma anche di presidio di legalita’ dei territori sotto il profilo della tutela della salute, del risparmio e dell’ordine pubblico e’ sotto gli occhi di tutti. Qualsiasi riforma, dunque, non puo’ prescindere da tutto questo. Siamo convinti che anche le istituzioni abbiano ben chiaro che una buona riforma e’ quella che non pregiudica neanche indirettamente gli interessi costituzionali garantiti in larga parte dalla rete generalista ben rappresentata in Confcommercio’, ha concluso.

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