“Vorremmo focalizzare immediatamente che la Sapar rappresenta e tutela gli interessi delle migliaia di piccole e medie imprese di distribuzione e di gestione di apparecchi da gioco con vincita in denaro e senza vincita in denaro: si tratta di piccole e medie imprese italiane che impiegano la maggior parte della forza lavoro del settore, anche per la complessità della loro operatività sui territori (raccolta delle monete e manutenzioni). Le nostre aziende fanno da presidio sul territorio e sono un punto di riferimento nel contrasto all’illegalità e nella riscossione erariale. Vediamo con grandissima preoccupazione la riduzione o addirittura l’eliminazione della raccolta di gioco dagli esercizi generalisti, che comporterebbe l’azzeramento delle imprese da noi rappresentate con gravissima perdita di gettito erariale e di opportunità lavorative. Sia l’impianto attuale sia quello di previsione inserito nella delega fiscale di ulteriore concentrazione dell’offerta sarebbero deleteri”. Lo ha detto l’avvocato Generoso Bloise, consulente legale Sapar, in audizione sulla Delega fiscale in Commissione Finanze della Camera.

“Nella delega fiscale – ha aggiunto il rappresentante Sapar – viene imposto un miglioramento degli apparecchi da un punto di vista tecnologico, noi condividiamo tale concetto ma la sostituzione tecnologica e la certificazione del singolo apparecchio non possono essere accettate. Sulla questione fiscale, riteniamo sia necessario il passaggio a un altro metodo di calcolo della tassazione, che dovrebbe essere sul margine e non sui volumi. Ancora, sugli apparecchi senza vincita in denaro, la normativa sulla certificazione dei prodotti rappresenta un ostacolo e comunque siamo per l’abolizione dell’imposta sugli Intrattenimenti che rappresenta un freno per il settore. Infine, vogliamo segnalare un’altra grossissima difficoltà del settore: per rispettare l’obbligo di legge di tracciabilità dei flussi le piccole e medie imprese del settore hanno necessità di avere un conto corrente, ma le banche in applicazione di regole etiche o di compliance dell’antiriciclaggio preferiscono chiudere i conti a queste aziende rendendone impossibile l’operatività; è quindi necessario un intervento normativo per obbligare le banche a attivare conti correnti per l’adempimento degli obblighi di legge”. L’avvocato Bloise ha terminato il suo intervento confermando alla Commissione la piena disponibilità dell’associazione Sapar per un confronto ed eventuali approfondimenti.

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