Comitato Lega Ippica Italiana. Assolutamente necessaria una riforma del settore

44

(Jamma) “Il settore ippico, messo alla fame da una gestione fallimentare nell’ultimo anno, non solo ha bisogno di percepire ciò che gli spetta, cosa che, seppur con gradualità, sta accadendo in questi giorni, ma ciò che è assolutamente necessaria è la RIFORMA. Noi abbiamo sempre puntato sulla Delega Fiscale e su quell’emendamento che riguarda il nostro settore, attraverso il quale si potrà finalmente giungere ad una gestione diretta del comparto e quindi a una più consapevole amministrazione della “famiglia ippica”. Per questo siamo molto attenti ai lavori che si stanno svolgendo in questi giorni e, nel merito, ci preme sottolineare alcune cose che ci stanno particolarmente a cuore.
Per noi, Comitato Lega Ippica Italiana, al centro di tutto ci sarà sempre il cavallo, che è stato, è e sarà sempre l’attore principale. Ecco perché siamo convinti che al centro della riforma, sulla quale si lavorerà non appena approvata la Delega Fiscale, debba starci proprio lui, il cavallo. E con il cavallo, è ovvio, l’allevatore, che è colui che lo crea, il proprietario, che su di lui investe, le Società di Corse, che organizzano gli eventi, ed i lavoratori professionali, che ogni giorno mettono la loro competenza sul campo. Questi sono stati, sono e saranno sempre i protagonisti dell’ippica che vogliamo noi e certamente non i concessionari, cui spetta solo un ruolo, peraltro di grandissima importanza, di concessione per la raccolta delle scommesse da cui trarre una parte dei fondi utili al settore. Perché, inutile negarcelo, l’ippica si è sempre finanziata con le scommesse, ma ciò che va sottolineato, è che esse sono solo lo strumento per vendere un prodotto che è e deve rimanere protagonista: scambiare i ruoli sarebbe deleterio e non è questo ciò che noi vogliamo. Si tratta, insomma, di trovare il giusto equilibrio, consci, in ogni caso, che la scommessa ippica, frutto di passione e ragionamento, è una “scommessa intelligente” e non ha assolutamente niente a che vedere con i fenomeni di ludopatia.
Leggiamo che, in una delle sedute della Commissione Agricoltura della Camera, l’onorevole Paola Binetti si è così espressa: “Mi domando perché mai siano predisposte misure per favorire il rilancio del settore ippico, dal momento che le scommesse ippiche hanno rappresentato un tipo di gioco per molti versi pericoloso ben prima dell’avvento dei giochi in via telematica. Per tale ragione, è singolare che se ne favorisca il rilancio nel momento in cui si cerca di limitare il ricorso ai giochi con vincita in denaro. Non comprendo, in particolare, la ragione per cui tale settore sia sottoposto alla vigilanza del Ministero delle risorse Agricole”. L’ippica, onorevole Binetti, è agricoltura, è allevamento, con migliaia di ettari di terreno impegnati allo scopo e migliaia di famiglie che ci lavorano. E l’ippica è anche amore per il cavallo, ma forse lei non ha visto, lo scorso 31 agosto al Sesana, le migliaia di appassionati che si accalcavano solo per poter dare una carezza a Varenne… E allora, gentile onorevole, noi la invitiamo a passare una giornata nei nostri allevamenti e nei nostri centri di allenamento: per noi sarà un grande piacere darle la possibilità di capire cos’è l’ippica, un “prodotto” assolutamente agricolo, figlio della terra e del sudore umano”.

Articolo precedenteLegautonomie Lombardia. Nuova presentazione e lancio proposta di legge di iniziativa popolare su gioco d’azzardo
Articolo successivoEnada Roma. Comunicare il gaming nell’era di internet