Chi rappresenta questo signore? Lorenzo Musicco commenta le dichiarazioni di Passamonti

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(Jamma) – Il presidente di Sistema Gioco Italia, Massimo Passamonti, apre alla riduzione di macchinette per 40mila unità e si dice disponibile per un ulteriore taglio. Lo fa in occasione dell’incontro “Gioco – Giocatori. Comportamenti e riflessioni” proposto e organizzato da Sistema Gioco Italia, la costola di Confindustria che si candida a rappresentare il settore. Come si legge sulle pagine di Vita.it, Passamonti sottolinea: «Vogliamo avviare un “piano regolatore” che tenga conto delle istanze territoriali. Il primo step sarà l’eliminazione degli apparecchi da quegli esercizi che per loro natura non possono garantire un adeguato controllo nei confronti del gioco minorile, insieme all’eliminazione di attività di gioco da tutti gli esercizi al di sotto di una metratura minima di 20 mq.

 

Abbiamo anche proposto un contingentamento massimo pari a non più di 4 AWP per esercizio (oggi il limite è a 8 ndr). In questo modo si otterrebbe la riduzione di circa 11mila punti di vendita e di circa 42mila AWP. Per Passamonti in un secondo momento lo stesso trattamento andrebbe a toccare le VLT».
“Traspare da queste affermazioni – secondo Lorenzo Musicco presidente onorario SAPAR – la totale intolleranza nei confronti di tanti piccoli operatori del gioco lecito che sono di ostacolo per i progetti aziendali della grandi compagnie che gestiscono i giochi. Quelle stesse compagnie sospettate più volte di avere un rapporto privilegiato con il mondo della politica”.

 

“Non si comprende – continua Musicco –  in base a quali dati Passamonti sostiene la maggior professionalità di alcuni esercizi rispetto altri, ‘quegli esercizi che per loro natura non possono garantire un adeguato controllo nei confronti del gioco minorile’, quando il requisito richiesto per la gestione delle Newslot è l’iscrizione RIES presso l’ADM, obbligatoria solo per tutti quelli che propongono le Newslot”.

 

 

“Poi – osserva il presidente – se l’offerta di gioco è un problema non si può fare attenzione esclusivamente ad una parte del fenomeno, tutto il portafoglio dei giochi contribuisce a quella che, convengo, è divenuta una offerta eccessiva di gioco nel nostro Paese.

 

Spesso si dimentica – avverte Musicco – che l’offerta pubblica di gioco è regolamentata dallo Stato, avviene secondo regole dettate dal Regolatore ed è un settore commerciale e produttivo che vede coinvolti un comparto artigianale/industriale per la produzione dei sistemi di gioco, una filiera di stakeholders fatta di piccole aziende, anche di tipo familiare, che si occupano dell’ultimo miglio nella catena dell’offerta e del contatto con il giocatore.

 

Le limitazioni che Passamonti sostiene colpiscono solo i soggetti più piccoli che, presi individualmente, possono sembrare poca cosa invece nella realtà contribuiscono per il 80% alla realizzazione delle somme destinate all’Erario dal settore dei giochi e garantiscono una impressionante quantità di posti di lavoro.

 

La domanda, sulla quale a questo punto invitiamo all’attenzione è la seguente: ma chi rappresenta Passamonti quando dice che è disposto a togliere 42mila Newslot?

 

Fipe, Confesercenti, Fit che difendono gli interessi degli esercenti condividono questo tipo di approccio al fenomeno dell’offerta di gioco? In qualità di socio SAPAR, l’associazione nazionale dei proprietari e produttori di Newslot, mi appello a tutti, politici, amministratori, rappresentanti e soprattutto agli operatori affinché si faccia finalmente chiarezza su questo tema del gioco eccessivo.

 

Non si può intervenire e limitare un prodotto per offrire spazi di mercato ad un altro, introdurre per legge vantaggi per “i soliti” operatori, questo non è nemmeno giustificato in base agli impegni che l’Italia ha preso aderendo alla Unione Europea, non è in linea con il sistema concessorio e con le motivazioni che hanno portato alla assegnazione delle responsabilità di regolamentazione e gestione del gioco affidate alla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

 

Chiedo pertanto, anche ad ADM di intervenire per interrompere questa operazione di denigrazione continua dei piccoli operatori. Come si può pensare di giungere ad una riduzione dell’offerta togliendo le Newslot mentre si lascia inalterato il numero delle Videolotterie, dei giochi on line e di altri giochi come lotterie e scommesse?

 

Ridurre il gioco, in un mondo razionale, può significare solo ridurre l’aggressività e l’appeal di ogni singolo gioco dell’offerta. Fare in modo che, almeno i prodotti statali e regolamentati, siano proposti con un costo di partecipazione moderato, con ottime probabilità di vincita per i giocatori, che non siano compulsivi ne promettano vincite da sogno per aspiranti milionari o turisti per sempre.

 

Il gioco deve essere diverimento, deve intrattenere, non possiamo confondere le idee al consumatore promettendo di cambiargli al vita con un Jackpot di importo tale che mai un semplice cittadino avrebbe la speranza di guadagnare. E le Newslot che Passamonti vuole ridurre non promettono queste vincite, con la Newslot si vincono 100euro. Con 100 euro in più nessuno cambia la sua vita.

 

Sono gli altri giochi che spingono la fantasia del giocatore in quei luoghi dove è facile perdere la testa e cedere al gioco problematico. Un esempio per tutti: c’è un gioco in Italia che si chiama Gratta e vinci, non Gratta e gioca o Gratta e spera di vincere ma Gratta e vinci. Non capisco come mai a tanti esperti di GAP, che si arrogano competenze sul trattamento delle dipendenze da gioco e sulle modalità di regolamentazione dell’offerta, sia sfuggita questa evidente anomalia, questo inganno commerciale e pubblicitario radicato nel nome stesso del gioco che non si limita a promettere vincite stratosferiche ma afferma per ‘istituzione’ che con quel gioco si gratta e comunque si vince sempre”.
Così Musicco conclude: “Ma cosa vogliamo limitare nella realtà se non dedichiamo una corretta attenzione ai prodotti sul mercato? Io credo che si vuole solo togliere il ‘pane ai piccoli per far abbuffare i grandi’. Passamonti, uomo molto vicino a SISAL e LOTTOMATICA, che se si fregia del titolo di presidente SGI, fa bene il suo mestiere per le aziende che lo sostengono ma non rappresenta certo la filiera”.

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