AS.TRO replica ai Consiglieri Comunali di Perugia con i “veri” dati di settore

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ADM. Variazione regionale del prelievo maturato sulla raccolta delle scommesse ippiche del 2012

 

(Jamma) “Ognuno – scrive in una nota l’associazione Assotrattenimento – fa politica come meglio crede, e soprattutto amministra il Territorio, se questa è la sua funzione, secondo la individuazione delle priorità dettata dalla propria capacità e la propria coscienza.

Tuttavia, se la “priorità” del Territorio Umbro è lo “spegnimento” del gioco legale e controllato (da cui – anche – provengono i trasferimenti agli Enti locali che l’Amministrazione Centrale ancora garantisce), la rappresentazione dei “numeri corretti di settore” diventa un dovere istituzionale.

Primo Punto) “25.000” malati di gioco “stimati in Regione”.

La “stima” è ovviamente errata, in quanto i “malati” assistiti globalmente in tutto il Paese dai singoli SERT sono 5.000, con livelli di 170-200 persone per le Regioni più popolate quali Veneto e Lombardia. Il valore di “25.000” persone, inoltre, rapportato ad una popolazione maggiorenne regionale di mezzo milione di persone (gli “aventi diritto al voto per le elezioni alla Camera”), veicola l’”improponibile” e inverosimile stima che vorrebbe il 5% degli ultra-diciottenni umbri (centenari compresi) affetti da malattia-G.A.P.

Attraverso quali scientifiche rilevazioni si veicola alla cittadinanza uno stato di locale allerta epidemiologica, quando a livello nazionale si è allestito l’Osservatorio nazionale sulle dipendenze da gioco proprio per censire il fenomeno e predisporne il sistema di prevenzione?

Secondo punto) “25.000 persone” sperperano e distruggono interi patrimoni per colpa del gioco d’azzardo.

Su ciò che viene speso al gioco illegale o non autorizzato non possiamo disquisire (ma solo evidenziare che “mediamente” è un valore molto elevato, su cui nessuno pare volersi soffermare in riflessioni istituzionali e politiche).

Su ciò che viene speso in “Umbria” alle slot legali e collegate in rete, invece, è possibile avere un dato molto vicino alla “precisione”:

  • la spesa nazionale agli apparecchi slot a moneta metallica nel 2012, è stata pari a 6,885 miliardi di Euro, ovvero il 7,8% in meno del 2011 (dato allineato anche alle trimestrali di cassa del 2013);

  • l’incidenza della Regione Umbria nel contesto nazionale delle slot, è pari all’1,5% , ciò facendo desumere una spesa annua “regionale” per le slot pari a 103,27 milioni di euro (che diviso per mezzo milioni di ultra-maggiorenni prospetta una spesa pro-capite di appena 206 euro all’anno).

Terzo Punto: “ogni italiano spende oltre 1.000 euro all’anno al gioco d’azzardo.

Se parliamo di “gioco legale” (ovvero di quello che si vuol spegnere”) i numeri sono diversi:

La somma complessiva della spesa nazionale – a tutti i prodotti di gioco pubblico in portafoglio dell’Amministrazione Finanziaria – è di 17.397.000.000 (nel 2012, ovvero il 4,1% dell’anno 2011). A fronte di una popolazione maggiorenne di 50 milioni (tra italiani aventi diritto al voto e extracomunitari residenti), arriviamo a una “spesa pro-capite” di 350 euro all’anno (meno di un caffè al giorno).

Alle “politiche locali”, quindi, prospettiamo due ordini di riflessioni:

  • il gioco lecito è in calo, e se le “vostre rilevazioni” fanno intuire il contrario, significa che sta crescendo “quel gioco illegale” che si svilupperà ulteriormente ad ogni contrazione dell’offerta pubblica, regolare e controllata;

  • il gioco lecito è in calo, ma le allerte sanitarie sembrano aumentare, a testimonianza del fatto che il gioco illegale ha una capacità di “danno” più invasiva di quello “lecito” e che l’azione di ogni “governo di territorio”, dovrebbe esaltare l’azione di controllo e tutelare il comparto industriale autorizzato ad operare nel lecito.

A ciò dovrebbe ispirarsi la ricerca del “bene” per le collettività; tutto il resto non tutela “alcuna salute”, ma consente solo un po’ di visibilità mediatica in un momento in cui gli argomenti di cui la politica intende “far partecipe” il popolo sono sempre meno.

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