Ordinanze anti-slot. Lucrezia Ricchiuti (Pd): “Il Comune di Desio condannato anche al pagamento delle spese processuali”

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(Jamma) La battaglia contro le slot avviata già lo scorso anno dal Comune di Desio, e in pieno corso di svolgimento, arriva fino in Parlamento. A portarla, giovedì, è stata la senatrice Lucrezia Ricchiuti, vicesindaco della città, con un accorato intervento che ha risollevato ai massimi livelli il problema.

L’iniziativa della senatrice del Partito Democratico è stata incentivata anche dalla recente «beffa» per il Comune: oltre a dare ragione agli operatori privati che avevano fatto ricorso contro le ordinanze «anti-slot» del sindaco Roberto Corti (che limitavano fortemente gli orari di accensione), il Tribunale amministrativo regionale ha condannato anche l’Ente a pagare le spese processuali ai propri «avversari» in aula: 13mila euro che, oggi, per un Comune non sono noccioline. «Tante sono le amministrazioni comunali, i comitati di cittadini e le associazioni, come Libera e Avviso Pubblico, che si sono mobilitate da tempo contro il dilagare delle sale gioco e del gioco d’azzardo in tutto il territorio nazionale – ha evidenziato in aula la senatrice desiana -. Questa piaga sta provocando gravi danni al nostro tessuto sociale e mandando in rovina tante famiglie. Il problema è molto sentito e sono i diversi i disegni di legge depositati da parlamentari che affrontano questa tematica». Poi è scesa nel dettaglio del caso Desio: «Il nostro Comune, come altri, sta conducendo una battaglia giudiziaria contro l’apertura indiscriminata di sale gioco e sulla presenza delle macchinette nei bar, cercando di regolamentarne gli orari e la loro ubicazione – ha spiegato -. La settimana scorsa il Tar Lombardia, prima sezione, ha purtroppo accolto due ricorsi, uno dei quali presentato da 16 titolari di autorizzazioni all’esercizio di apparecchi da gioco, avversi due ordinanze comunali del 2012. E fin qui niente di straordinario, anche se altri Tar si sono espressi in modo diverso. La cosa straordinaria è che le spese di giudizio non sono state compensate come avviene normalmente nei ricorsi al Tar, dove per altre ragioni, per esempio le impugnazioni di ordinanze per demolizioni di abusi edilizi, il Comune ha avuto ragione nella quasi totalità dei casi. Nel caso delle sale giochi i giudici del Tar hanno condannato il Comune al pagamento delle spese processuali in favore dei ricorrenti, per la cronaca 13.000 euro».

Un fatto, secondo Ricchiuti, che rischia di frenare la battaglia delle Amministrazioni: «Pur rispettando la sentenza e il lavoro della magistratura – ha detto – mi auguro che questa decisione relativa all’addebito delle spese a carico di un ente comunale attento alle problematiche dei propri cittadini non scoraggi i comuni, per quanto loro compete, a opporsi alla pratica devastante e dilagante del gioco d’azzardo». Poi ha concluso augurandosi che «il Governo, il Parlamento, la Magistratura, i Comuni e il sistema sanitario nazionale inizino a collaborare per prevenire e sanare la piaga del gioco d’azzardo patologico».

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