Gatti (Bakoo): “Bisogna cambiare il modo di comunicare”

(Jamma) Bisognerebbe fare un confronto serio con i media, la politica e i rappresentanti locali delle varie associazioni pseudo sanitarie di aiuto ai giocatori patologici (o individuati come tali!)…. Parole inutili, trite e ritrite. E’ inutile intervenire in programmi radiofonici o televisivi parlando di tecnicismi che il pubblico non conosce e non comprende – spiega l’ing. Francesco Gatti della Bakoo spa.

“L’amico Eugenio, – continua – da sempre paladino del settore, ma anche gli altri ospiti della trasmissione radiofonica hanno fatto un buon lavoro: purtroppo però inutile perché incomprensibile dalle persone normali. Quelle che non frequentano il comparto non possono comprendere quello che diciamo. Bisogna cambiare il modo di comunicare.
Videolottery (la vera e unica causa di questo momento difficilissimo per il settore) o awp per l’opinione pubblica sono la stessa cosa, pericolosa e dannosa. Si potrebbe dire che le cifre sono errate, che si confonde il giocato con il “perso”, che la cifra pro-capite del “perso” alle awp è minima rispetto ai numeri proposti dalla stampa generalista.

Si dovrebbe dire che il problema sono le sale vlt e URLARE che senza le awp buona parte dei bar saltano e con essi i dipendenti. Senza le awp saltano soldi e posti di lavoro importanti, si deve dire che lo Stato ci guadagna e che sosteniamo anche buona parte dei dipendenti pubblici del sistema. Basta pensare ad AAMS che senza i proventi delle awp non potrebbe concedersi le migliaia di dipendenti che ha. Cosa ne facciamo di queste persone? le buttiamo a mare insieme alle slot? e i soldi per lo Stato? li troviamo poi dall’aumento della benzina? va meglio così? e che allora così sia.

 

A mio avviso – spiega Gatti – è arrivato il momento di prendere le distanze da questa situazione: lancio un’idea che spero possa trovare appoggio, non tanto nella reale applicazione che appare anche al sottoscritto al limite della demagogia, quanto nell’accezione filosofica nella propria sostanza. Proponiamo AWP che non siano SLOT MACHINE. Che non possano in sostanza essere confuse con quelle delle sale. Il sistema si nasconde dietro questa confusione di interpretazione, le vlt sono slot machine, e anche le awp lo sono. Ma se non vogliamo vedere il sistema implodere occorre salvare il salvabile. Proponiamo giochi simili alle slot ma che non siano vere e proprie slot machine: applichiamo il concetto di awp in maniera differente. Rinunciamo alle 5 macchine per locale (che peraltro sono inutili, dispendiose e stupidamente distribuite) e affrontiamo un percorso di rinnovamento sostanziale introducendo giochi che non possano raffigurare rulli che girano. Sono certo che è possibile fare macchine discrete anche senza i rulli. Altro che simbologie delle carte: li chiamano comunque videopoker? bene diamogli giochi differenti.  Che ingenerino guadagni minori forse ma anche meno incertezze, meno investimenti, meno problemi, meno refill, meno furti, e ovviamente meno soldi per lo Stato. Tagliamo le spese assurde per entrare nei bar.

Concediamoci un momento di lucidità in questa confusione.

 

Ridimensioneranno comunque il settore. limiteranno le macchine, rivedranno le concessioni. Tutta colpa del sistema vlt voluto a scapito di un settore che ora è messo all’angolo da chi voleva mangiarsi tutto e adesso è mangiato a sua volta. Proponiamo parametri decenti. Altro che banconote, proponiamo partite da 20 cent e una tassazione più moderata con partite lunghe e giochi differenti dalle slot. Riprendiamo il posto che avremmo dovuto avere fin dalla comparsa della legge. Le slot machine non erano forse nelle idee del legislatore che si è visto prima sorpreso dalla situazione e poi, in qualche modo ne è diventato complice, e forse ora addirittura pseudo-vittima. Ma i soldi che abbiamo dato allo stato in 10 anni sono circa 30 miliardi di euro. Credo che nessun altro settore ha dato tanto alle casse dello Stato.
Parlano di ludopatia: la ludopatia è un fenomeno molto difficile da trattare. Occorre avere una grande conoscenza della situazione per definire una persona dipendente da gioco. Di solito (e la dottoressa Salvati me ne renderà mertito) il giocatore diventa ludopatico quando si è giocato quello che non poteva giocarsi. Ma questa è incoscienza, non dipendenza. Confondere le cose è demenziale. Esiste la dipendenza da gioco ma sono certo che i dati diffusi sono talmente lontani dalla realtà da ingenerare un’attenzione sociale eccessiva. Non si parla più di AIDS, di povertà nel terzo mondo, di disagio giovanile, della droga, della mafia. Si parla di ludopatia! Ci sono troppi soldi che girano, è solo quello il discorso. Soldi equivalgono ad attenzione. Si parla di illegalità, di problemi di tenuta sociale e di quei maledetti 80 miliardi di penali troppo spesso confusi con evasione. A quei poco lungimiranti guru del settore che hanno augurato al sistema di implodere proprio grazie alla diffusione dissennata dei dati relativi alle penali (penali assurde ed illegittime), dico oggi che hanno danneggiato in primis il settore.
Continuano a dire che lo Stato ci guadagna poco, e lo Stato tace. Ma lo Stato siamo anche noi, io mi sento
lo Stato. Non possiamo dire che vendiamo caramelle per bambini, ma facciamo un lavoro come gli altri.
produciamo ricchezza per noi e per lo Stato. Vorrei che altri mille comparti fossero come il mio, che producessero ricchezza. Questo è lo scopo delle attività di produzione. Noi non siamo sostenuti  economicamente da nessuno. Non siamo assistiti, paghiamo una barca di tasse e ci additano come ladri.
E’ venuto il momento di virare. Salviamo le professioni, salviamo più posti di lavoro possibili, troviamo soluzioni sostenibili e ripartiamo con un altro metodo produttivo.
Se non cambiamo noi il sistema allora il sistema cambierà noi. E purtroppo in peggio”.