La decisione non è stata facile, tra chi ha sempre preferito la linea del dialogo e della medizione e chi invece ritiene non ci possa essere un compromesso tra le richieste e gli obblighi previsti dalla normativa e la possibilità di operare sul campo. Alla fine le aziende che gestiscono e producono apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro hanno scelto che sia il Consiglio di Stato ad esprimersi circa la legittimità del decreto dell’estate scorsa.
Tutta la vicenda fa riferimento a quanto il regolatore ha previsto per il mercato degli apparecchi da intrattenimento noti agli esperti come comma7, in riferimento al TULPS. La questione più spinosa è certemente quella che riguarda le nuove omologazioni di tutti gli apparecchi da intrattenimento imposta dal nuovo decreto e dalla successiva normativa emanata dai Monopoli di Stato. L’industria teme infatti che simili regole rendano impossibile la sopravvivenza del mercato (vedi PARTE 1 e PARTE 2).
Così il naturale epilogo è sembrato essere quello del ricorso, già depositato, al Presidente della Repubblica, quindi, tecnicamente, al Consiglio di Stato, da parte di alcune imprese produttrici e di gestione di apparecchi meccanici.