La Corte di Giustizia Europea si pronuncerà su obbligo tassazione vincita a poker in un casinò estero

 

(Jamma) La Corte di Giustizia Europea chiamata ad esprimersi in merito all’assoggettamento ad obblighi dichiarativi ed impositivi a fini fiscali delle vincite conseguite presso case da gioco di Stati membri UE da persone residenti in Italia, come previsto dall’art. 67 lett. d) DPR n. 917 del 22.12.1986 (TUJR). La Commissione Tributaria provinciale di Roma ha chiesto infatti alla Corte se tale norma si ponga o meno in contrasto con l’art. 49 del Trattato CE, “oppure se sia da ritenersi giustificato da motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanità pubblica, ai sensi dell’art. 46 del Trattato CE” .

La vicenda

 

Il signor Pier Paolo Fabretti si opponeva all’avviso di accertamento per il recupero di complessivi euro 45.327,48 a titolo di lrpef, addizionali e sanzioni; l’Ufficio erariale contestava al ricorrente l’omessa dichiarazione della somma di euro 52.000,00, oggetto di vincita al gioco del poker nel casinò di Nova Gorica, in Slovenia, sostenendo che la somma avrebbe dovuto essere computata nell’imponibile Irpef in quanto rientrante nei “redditi diversi” (art. 67 comma 1 lett. d) DPR 917/1986).

 

La succitata normativa nazionale suscita dubbi di compatibilità con 1’art. 49 del Trattato UE, dal momento che la disparità di trattamento tra casinò italiani e casinò esteri attuata attraverso maggiori restrizioni di natura fiscale solo sulle vincite conseguite presso i casinò stranieri (assoggettate ad obblighi dichiarativi ai fini dell’imposta sul reddito) non sembrerebbe, allo stato, completamente giustificata.

 

Spetterà quindi ai giudici europei esprimersi in merito

 

 

 

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